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Energy audit: perché stimare il fabbisogno energetico delle imprese?

Individuare gli ambiti di inefficienza energetica, per intervenire con riqualificazioni che consentono di ridurre impatto ambientale e costi: è questo l’obiettivo principale dell’energy audit.

Nella direttiva europea 2006/32, l’energy audit – o diagnosi energetica – è definito come la procedura sistematica attraverso la quale è possibile stimare il fabbisogno energetico di un edificio o di un impianto industriale.

Sapere quanta energia serve effettivamente per il funzionamento di un’attività e quanta ne viene consumata consente infatti di verificare se esistono delle inefficienze su cui intervenire per ridurre gli sprechi e utilizzare i risparmi per investimenti utili alla crescita dell’impresa.

Come si fa l’energy audit

L’energy audit è una procedura complessa, che richiede competenze economiche, gestionali e tecniche. Si può sintetizzare in tre fasi principali: la stima del fabbisogno energetico, l’analisi dei consumi, l’individuazione di interventi per il risparmio energetico.

Per avere un quadro della situazione, è necessario procedere innanzitutto con l’acquisizione della documentazione tecnica disponibile (planimetrie, sezioni, schemi impiantistici, relazioni di calcolo), dei dati storici sui consumi degli anni precedenti e sulle modalità d’uso delle diverse fonti energetiche, con rilievi e monitoraggi. Sulla base dei dati raccolti è possibile definire il fabbisogno energetico, che va confrontato con quanto viene realmente consumato per individuare gli eventuali ambiti di inefficienza.

Come intervenire per ridurre i costi energetici?

Una volta accertato che esistono dei margini di miglioramento e delle criticità (ad esempio dispersione di calore) è possibile scegliere gli interventi di riqualificazione, che possono essere:

  • interventi strutturali, ad esempio una ristrutturazione dell’involucro e degli impianti o il passaggio all’uso di fonti rinnovabili;
  • interventi gestionali, ovvero l’introduzione di aggiustamenti tecnici per efficientare gli impianti già esistenti o la revisione dei contratti di fornitura;
  • investimenti in tecnologie “energy saving”, che possono portare al recupero dell’energia dispersa.

Ridurre gli sprechi energetici è fondamentale per rendere le imprese più sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale, e per utilizzare in modo più efficace fondi utili agli investimenti nell’attività produttiva.

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