Principale driver di crescita dell’economia italiana, l’export italiano è cresciuto del 16,9% dal 2008 al 2018, nonostante il tasso di crescita del Pil sia ancora di tre punti percentuali sotto il livello pre-crisi. Le esportazioni italiane sono trascinate soprattutto dal mercato dell’Unione Europea: secondo l’ultimo rapporto Ice, l’export in UE è cresciuto del +4,1%, quello fuori Ue solo dell’1,7%.
Non una novità, visto che i principali mercati di sbocco delle aziende italiane sono da sempre paesi come la Germania e la Francia. Tuttavia, a fronte delle ombre di un nuovo rallentamento economico che sono già comparse in Europa, è importante anche la crescita dell’export fuori dai confini europei.
Facile a dirsi, meno a farsi, perché quando si tratta di affrontare mercati lontani, le variabili che incidono sulla competitività sono tanti: rapporto euro/dollaro, normative, ma anche la difficoltà a comunicare con un target diverso da quello usuale.
I nuovi incentivi per l’export extra-UE
Proprio per facilitare le imprese che vogliono accrescere l’internazionalizzazione oltre l’Europa, il Ministero dello sviluppo economico ha stanziato finanziamenti per sostenere le PMI che vogliono adottare strumenti di e-commerce o avvalersi della figura del Temporary Export Manager.
E-commerce: finanziamenti fino a 300.000 euro
L’e-commerce è lo strumento che consente di abbattere i confini geografici, facendo conoscere il proprio prodotto potenzialmente in tutto il mondo. Ad oggi, le imprese italiane lo utilizzano ancora poco, perché il modello di export più diffuso resta quello basato su canali tradizionali B2B, che non sempre è possibile (o è poco conveniente) nei paesi fuori dall’UE.
Con il nuovo incentivo, si può chiedere fino a 300 mila euro per creare o sviluppare una propria piattaforma informatica, gestirla, promuoverla e fare attività di formazione. Possono beneficiarne società di capitali con almeno due bilanci depositati, anche in forma aggregata con contratto di rete.
La piattaforma di e-commerce deve riguardare un paese di destinazione extra UE nel quale registrare un dominio di primo livello nazionale.
La domanda si presenta sul portale Simest: il finanziamento deve essere compreso fra un minimo di 25 mila euro e un massimo di 200 mila euro in caso di utilizzo di un marketplace fornito da terzi e 300 mila euro per la realizzazione di un proprio portale. In ogni caso, non può superare il 12,5% dei ricavi medi degli ultimi due esercizi. La durata massima del finanziamento è di quattro anni, con rimborso in sei rate semestrali.
Fino a 150.000 euro per il Temporary Export Manager
La figura del Temporary Export Manager sta prendendo sempre più piede tra le imprese. Si tratta di un professionista, per lo più inquadrato come consulente, che, forte di una consolidata esperienza nel campo del commercio internazionale, lavora per far raggiungere un determinato obiettivo ad una Pmi, come l’ingresso in un mercato estero o il miglioramento della propria posizione.
Il Ministero dello sviluppo economico prevede finanziamenti fino a 150.000 euro per le spese relative alle prestazioni professionali, che devono essere almeno pari al 60% di quanto concesso e quelle connesse alla realizzazione del progetto elaborato con l’assistenza del TEM.
Ci deve essere uno specifico contratto di servizio, di almeno sei mesi, con l’oggetto della prestazione, il calendario degli interventi da effettuare, i paesi di destinazione extra UE, corrispettivo economico pattuito tra le parti, compresi viaggi e soggiorni, altre eventuali informazioni necessarie alla gestione del rapporto.
Anche in questo caso, la domanda di finanziamento può essere presentata da società di capitali con almeno due bilanci depositati e deve riguardare al massimo tre paesi extra UE.
Tramite portale Simest si può chiedere da un minimo di 25.000 ad un massimo di 150.000: in ogni caso, resta il limite del 12,5% dei ricavi degli ultimi due anni.
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