Nei suoi studi previsionali sull’andamento dei principali fenomeni tecnologici e sociologici applicati al mondo del lavoro, IDC, società mondiale di ricerche di mercato, consulenza ed eventi in ambito IT e innovazione digitale, stima che entro il 2024 almeno il 20% dei lavoratori si interfaccerà con tecnologie AI che agiranno da veri e propri colleghi virtuali, in un contesto di human-machine collaboration.
Le imprese si stanno preparando a questo cambiamento, come dimostrano i crescenti investimenti in Intelligenza Artificiale. Sempre secondo una ricerca di IDC, nel 2018 la spesa in Europa è stata di 3 miliardi di euro, +47% rispetto al 2017.
Per il 2022 ci si attende una crescita fino a 10,8 miliardi. Questo trend è confermato anche da parte delle aziende italiane, che hanno visto crescere di circa il 31% rispetto al 2017 le spese per l’intelligenza artificiale, attestate su 17 milioni di euro nel 2018 e con una stima di 25 milioni per il 2019.
Intelligenza Artificiale: il ruolo chiave delle competenze
“La tecnologia, in sé, non è mai buona o cattiva, ma neanche neutrale”. L’affermazione dello storico statunitense Melvin Kranzberg, che nel 1986 pubblicò le sue celebri “Leggi sulla tecnologia” è più che mai attuale quando si parla di Intelligenza Artificiale. Una tecnologia che ancora non ha espresso tutto il suo potenziale e che, secondo gli esperti, è destinata a cambiare profondamente il mondo. In che direzione?
In un bel intervento su Il Sole 24 Ore, Dino Pedreschi, docente di informatica all’Università di Pisa e membro del gruppo di lavoro del Miur per la strategia nazionale all’Intelligenza Artificiale, ha rilevato che “a seconda della direzione che prenderà, l’Ai potenzierà la nostra capacità di fare scelte consapevoli oppure ridurrà la nostra autonomia; espanderà l’esperienza umana oppure la rimpiazzerà; creerà nuove forme di attività oppure distruggerà il lavoro; aiuterà a redistribuire risorse e benessere oppure aumenterà la disuguaglianza; espanderà la democrazia oppure la metterà in pericolo. La strada giusta non sarà imboccata per caso, ma solo grazie a uno sforzo pubblico lucido e poderoso e una rinnovata fiducia nel sistema della ricerca scientifica e tecnologica”.
La sfida per l’Italia: attirare i migliori e accrescere la cultura sull’IA
Il Gruppo di lavoro del Miur ha individuato due strade fondamentali da percorrere per creare cultura e competenza attorno all’Intelligenza Artificiale.
Innanzitutto, a livello di High Skills, servono investimenti come quelli messi in campo da altri Paesi europei, quali Germania, Francia, Olanda, che stanno lanciando piani straordinari per reclutare professori e ricercatori specializzati in AI.
Ad oggi, non sono molti gli esperti già formati e c’è il rischio concreto che i talenti italiani scelgano di lasciare il Paese per essere reclutati laddove sono già stati banditi concorsi per ricercare i migliori.
Dall’altro canto, è fondamentale agire per creare una cultura diffusa, o meglio un’educazione che parta già dalle scuole, su opportunità e limiti dell’Ai: una sorta di alfabetizzazione collettiva che meglio possa creare le basi per un salto di qualità dell’intero Paese.
Un sistema naturalmente orientato all’innovazione tecnologica è un ambiente positivo anche per la crescita e lo sviluppo delle PMI che, proprio dall’Intelligenza Artificiale, possono trarre vantaggi competitivi, migliorando i processi produttivi o riuscendo ad entrare in nuovi mercati.
Poter collaborare con le Università o con professionisti in grado di trovare le soluzioni tecniche più adeguate è, ad esempio, un valore aggiunto per le imprese, soprattutto se il tutto è inserito all’interno di una strategia nazionale, che coordina il lavoro dei diversi stakeholder facendo incontrare bisogni e soluzioni.
Allo stesso tempo, se l’opinione pubblica ha gli strumenti per comprendere le opportunità delle innovazioni, sarà anche più disposta ad essere coinvolte nei processi di trasformazione
Di certo c’è che c’è ormai piena consapevolezza dell’importanza di tecnologie come quelle dell’Intelligenza Artificiale: quanto più si riuscirà a fare sistema, tanto più si riuscirà a vincere la sfida.