Il 19 agosto la Business Roundtable (BRT), una fra le più note associazioni che raggruppa manager delle leading corporations Usa come Amazon, Google, General Motors, JP Morgan, Johnson & Johnson, Apple, Boeing, ha pubblicato un documento con cui le imprese si impegnano ad orientare il loro lavoro verso una nuova “mission”: non solo profitti, ma azioni responsabili verso l’ambiente, le future generazioni e tutti gli stakeholder, i fornitori, i lavoratori.
Molti osservatori hanno notato che si tratta di una svolta di portata epocale. Il Financial Times ha parlato addirittura di un “reset” per il capitalismo, perché segna una forte discontinuità rispetto al modello tipicamente orientato a creare valore per gli shareholders (gli azionisti).
Imprese sostenibili: ambiente, sociale, governance
Cosa significa sostenibilità per un’azienda?
Nel documento, le imprese USA hanno indicato diverse azioni che si impegnano a perseguire:
- investire nei dipendenti ricompensandoli equamente, puntando sulla formazione e promuovendo la diversità e l’inclusione, la dignità e il rispetto;
- trattare in modo equo ed etico con i fornitori;
- supportare le comunità del territorio, proteggendo l’ambiente e adottando pratiche sostenibili;
- generare valore a lungo termine per gli azionisti, che forniscono il capitale che consente alle aziende di investire, crescere e innovare sostenendo anche l’impegno alla trasparenza.
In generale, l’acronimo ESG, Environment, Society, Governance, sintetizza il modo in cui ogni azienda può declinare il suo impegno nella sostenibilità.
Sostenibilità ambientale implica l’impegno ad assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri.
La sostenibilità sociale significa perseguire l’equità, tendere verso l’eliminazione della povertà, la sperequazione dei benefici dello sviluppo e la realizzazione di condizioni di dignità per la vita di ciascuno.
La governance attiene alle pratiche di governo societarie, comprese le politiche di retribuzione dei manager, la composizione del consiglio di amministrazione, le procedure di controllo, i comportamenti dei vertici e dell’azienda in termini di rispetto delle leggi e della deontologia.
Cosa spinge le aziende verso la sostenibilità?
A spingere le imprese a orientare le proprie politiche alla sostenibilità non c’è solo il senso di responsabilità verso le generazioni future, l’ambiente, il territorio, ma anche la maggiore sensibilità del mercato verso questi temi.
Innanzitutto, gli investitori sono sempre più orientati nell’indicare i criteri ESG come prioritari nella scelta dei fondi e delle aziende in cui investire. Le stime segnalano che tra i principali investitori istituzionali, nei prossimi cinque anni, almeno la metà avrà un portafoglio gestito, per più del 50%, coerentemente con i criteri ESG di sostenibilità. Nella sola Europa, nell’arco dei prossimi dieci anni, ci si aspetta un aumento di questi investimenti di circa 20 volte.
Inoltre, tra i Millennials è molto spiccata l’attenzione e la sensibilità verso i temi dell’ambiente, dei diritti, della sostenibilità, dell’accountability e della trasparenza. Non si tratta solo di scelte di principio, ma ormai fior di ricerche sottolineano che i nuovi consumatori sono pronti a rinunciare all’acquisto se l’azienda che produce un determinato prodotto non rispetta i requisiti di sostenibilità ESG.
Queste dinamiche sono destinate a rafforzarsi, imponendo alle aziende di considerare la sostenibilità come un asset strategico per la competitività.
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