Ci sono due modi, complementari tra loro, con cui la contraffazione può colpire le imprese.
Da una parte, c’è l’importazione di prodotti contraffatti, che vengono acquistati da consumatori italiani al posto di quelli prodotti dalle imprese originali.
Tra prodotti falsi venduti e mancate vendite per le aziende manifatturiere a causa della violazione dei diritti di proprietà intellettuale, l’Ocse stima che il danno della contraffazione ammonti a oltre 50 miliardi all’anno per l’economia italiana.
L’impatto si estende anche al mercato occupazionale: secondo il Censis, a causa del mercato del falso quasi 104.000 unità di lavoro full time sono sottratte all’economia legale. Per capire la portata, basti pensare che l’intera industria farmaceutica impiega poco più di 50.000 unità.
Inoltre, senza la contraffazione, la produzione interna registrerebbe un incremento dello 0,6%, per un valore complessivo di 19,4 miliardi di euro, che significherebbe anche l’aumento del gettito fiscale.
Stiamo parlando, dunque, di un grave problema, che sottrae risorse allo Stato e, di riflesso, alle famiglie, oltre che alle aziende.
Dall’altra, c’è il fenomeno ancora più complesso dell’Italian Sounding, ovvero la proposta sul mercato internazionale di prodotti che richiamano quelli italiani, senza aver nulla a che fare con essi, come il caso del famigerato Parmesan. A livello mondiale, il giro d’affari annuo dell’Italian Sounding è stimato in circa 54 miliardi di euro l’anno (147 milioni di euro al giorno), comunque oltre il doppio dell’attuale valore delle esportazioni italiane di prodotti agroalimentari (23 miliardi di euro). Quindi, almeno due prodotti su tre commercializzati all’estero si riconducono solo apparentemente al nostro Paese.
Contraffazione: i danni per le imprese
In ogni caso, la contraffazione rappresenta un danno per le imprese sotto diversi punti di vista.
Come spiegato dalla Direzione Generale per la Lotta alla Contraffazione, c’è l’aspetto economico, con la riduzione del fatturato e l’aumento di costi per l’assistenza legale a scapito degli investimenti e della produzione.
A questo va aggiunto il danno di immagine, in quanto la circolazione di prodotti contraffatti, spesso di qualità molto inferiore ai prodotti originali, induce i consumatori inconsapevoli a confondere la scarsa qualità del prodotto contraffatto con quella eccellente dell’originale.
Si evidenza, inoltre, un danno competitivo, in quanto “la contraffazione scoraggia gli ideatori e gli inventori, che vedono indebitamente sottratti i risultati del proprio ingegno e della propria attività creativa, soffocando la spinta innovativa delle imprese”.
Infine, c’è il danno concorrenziale, perché l’impiego di lavoratori senza le adeguate tutele e l’evasione dell’IVA e delle altre imposte alimentano una concorrenza sleale basata sui minori costi di produzione che altera gli equilibri del mercato.
Danni da contraffazione: come difendersi?
L’Ocse ha evidenziato che l’Italia ha strutturato un solido sistema di risposta alla contraffazione, in grado di ridurre i danni delle importazioni di merci contraffatte in Italia, riuscendo al contempo a mitigare la domanda di prodotti contraffatti nel Paese.
Da parte loro, le aziende possono mettere in atto strategie preventive attraverso la tutela del loro patrimonio intangibile, ricorrendo ai diritti di proprietà industriale (Intellectual Property Rights).
Gli IPR possono essere di tipo:
- personale, ovvero il diritto morale di essere riconosciuto autore dell’opera o ideatore della soluzione tecnica o del marchio, che è un diritto personalissimo ed inalienabile;
- patrimoniale, connessi allo sfruttamento economico del risultato della propria attività creativa, che è invece un diritto disponibile e trasmissibile.
Possono essere tutelate da IPR le opere di ingegno creativo (opere letterarie, spettacoli teatrali, cinematografici e televisivi, fotografie, quadri, progetti di architettura), i segni distintivi (marchio, ditta, insegna, indicazione geografica, denominazione d’origine) e le innovazioni tecniche e di design.
Il Codice della Proprietà industriale prevede che i diritti si acquisiscano tramite brevettazione delle invenzioni e tramite la registrazione dei marchi, dei disegni e modelli, ma anche delle topografie dei prodotti.
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