Registrare marchi e brevetti ha un impatto positivo sulle aziende. A certificarlo è il rapporto dell’Euipo, ente dell’Unione europea per i brevetti, secondo cui più della metà delle PMI che effettuano queste operazioni vedono poi benefici diretti ed immediati sui ricavi, quantificabili anche nel 30% in più per dipendente.
Più difficile da misurare, ma non meno importante, l’impatto sulla reputazione, perché avere un marchio o un brevetto registrato migliora la credibilità verso clienti e fornitori nonché agevola l’accesso al credito.
A cosa serve registrare marchi e brevetti
Sono diverse le motivazioni per la registrazione dei diritti di proprietà intellettuale per le Pmi.
Al primo posto (59%) l’obiettivo è di impedire di essere copiati da parte dei concorrenti, evitando così fenomeni di concorrenza sleale. Per arrivare ad un progetto, infatti, tendenzialmente servono tempo e risorse: sforzi che rischiano di essere vanificati se, alla fine, altri si appropriano dell’idea a costo zero. Basti pensare che gli effetti più comuni delle violazioni si traducono in perdita di fatturato (33%) e danno alla reputazione (27%).
Proprio in quest’ottica, il 58% di chi ha registrato marchi e brevetti lo ha fatto per tutelarsi meglio in caso di contenzioso. C’è poi un 36% che ha voluto migliorare l’immagine e il valore dell’impresa, un 17% per accrescere le collaborazioni con altre imprese, il 15% per l’occupazione, il 12% per aumentare la redditività. Rispetto al passato, si rafforzano anche le prospettive commerciali a lungo termine (11%) e diventa più facile l’accesso ai finanziamenti (8%).
Gli ostacoli percepiti dalle PMI alla registrazione di marchi e brevetti
La platea delle imprese che registrano marchi e brevetti potrebbe essere più ampia di quella attuale, se ci fosse una maggiore informazione.
Lo studio, infatti, rivela anche che 6 PMI su 10 tra quelle che non hanno mai fatto registrazioni dicono di non saper bene come fare, di non avere un adeguato supporto in termini di accompagnamento nelle pratiche burocratiche e di incentivi economici, verso l’investimento.
«La nostra indagine – ha dichiarato il direttore esecutivo dell’Euipo, Christian Archambeau – mostra che il 61% delle Pmi prenderebbe in considerazione la protezione della proprietà intellettuale se avesse migliori conoscenze in merito».
In Italia, il deposito va effettuato presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) del Ministero dello Sviluppo Economico, attraverso le Camere di Commercio. Dai controlli preliminari alla compilazione della domanda, ci sono delle regole e procedure da seguire che richiedono tempo e competenze: si tratta di un vero e proprio un investimento di grande valore per la propria azienda.
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