Si chiama Transizione 4.0 il nuovo piano presentato dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE ) che definisce la nuova politica industriale italiana.
Il piano presentato nei giorni scorsi dal ministro Stefano Patuanelli è in sostanza una rimodulazione degli incentivi del precedente Piano Industria 4.0. L’obiettivo è non solo di ampliare la platea di possibili beneficiari, includendo maggiormente le piccole imprese, ma anche premiare chi si orienta verso la sostenibilità.
Da Industria 4.0 a Transizione 4.0: perché cambia la politica industriale?
Con Piano Industria 4.0, nel 2017 sono stati 10 i miliardi di euro investiti per la componente iper-ammortamento sui beni materiali, 3,3 miliardi per la componente super-ammortamento sui beni immateriali.
La platea è stata composta da 15mila imprese per la componente iper-ammortamento sui beni materiali, 43mila per il super-ammortamento sui beni immateriali e ben 1 milione per il super-ammortamento su beni materiali.
Tuttavia, l’analisi fa emergere che ad essere premiate sono state soprattutto le medie e grandi imprese, che ad esempio, hanno rappresentato il 64% dei beneficiari dell’iper-ammortamento su beni materiali ed il 63% di chi ha usufruito del credito d’imposta.
In un’intervista a Il Sole 24 Ore, lo stesso Ministro Patuanelli ha sottolineato che «a tre anni dalla nascita del Piano, i dati sull’utilizzo degli strumenti fiscali dicono che la platea delle imprese beneficiarie si può estendere».
Transizione 4.0 punta proprio ad ampliare del 40% il numero degli utilizzatori delle agevolazioni sugli investimenti, coinvolgendo maggiormente anche le piccole realtà che investono in innovazione, nelle competenze, nell’economia circolare, nel design.
«L’abbiamo chiamata Transizione 4.0 – si legge ancora nell’intervista – e di fatto definisce la nuova politica industriale dell’Italia, coniugando anche i primi step del Green New Deal».
Come si articola la nuova politica industriale Transizione 4.0
Il nuovo piano abbandona la logica della proroga annuale delle agevolazioni fiscali 4.0 per passare a una programmazione pluriennale.
La proposta del Ministero dello Sviluppo Economico prevede di mantenere la copertura di 7 miliardi già prevista nello schema di bilancio in discussione in Parlamento, modificando lo schema degli incentivi.
In particolare, si prevede la trasformazione di iper-ammortamento sui beni materiali in credito d’imposta con:
- aliquota del 40% e beneficio fiscale annuo (per cinque anni) dell’8% per investimenti fino a 2 milioni;
- aliquota del 20% e beneficio fiscale dall’8% al 5% per la parte eccedente i 2,5 milioni e fino a 10.
Per i beni immateriali, si propone di trasformare l’iper-ammortamento in credito d’imposta con aliquota del 15% e beneficio fiscale annuo del 3% su 5 anni.Anche il super-ammortamento per beni materiali diventerebbe credito d’imposta con aliquota al 6% e beneficio fiscale dell’1,2% su 5 anni per investimenti fino a 2 milioni di euro.
Sul fronte del credito d’imposta per la Ricerca e Sviluppo, Transizione 4.0 prevede l’estensione dell’incentivo agli investimenti in innovazione e design. Inoltre, la modifica del metodo di calcolo porterebbe a nuove aliquote:
- 12% per ricerca e sviluppo fino a 3 mln euro;
- 6% per innovazione fino a 1,5 mln euro;
- 6% per design fino a 1,5 mln euro;
Anche le modifiche previste per il credito d’imposta per la formazione 4.0 dovrebbero contribuire ad incrementare la platea di beneficiari. In particolare la riforma prevede l’eliminazione del vincolo dell’accordo sindacale aziendale o territoriale, che secondo le associazioni è il principale ostacolo per l’accesso al beneficio fiscale. Basti pensare che a fronte di 250 milioni di euro stanziati, non ne vengono erogati più di 20 all’anno.
In aggiunta a queste modifiche, il nuovo piano prevede stanziamenti importanti di risorse per grandi progetti di ricerca e sviluppo in settori applicativi dei programmi ministeriali Agenda digitale ed Industria sostenibile, nonché interventi per favorire l’economia circolare.
Nuove opportunità dunque si aprono anche alle piccole imprese, che possono così cogliere l’occasione di programmare investimenti per incrementare la loro competitività.
Per saperne di più, contatta il tuo Corporate Advisor.