Anche in Italia, le startup si stanno sempre più affermando come parte integrante e motore di innovazione del tessuto imprenditoriale.
I dati del terzo trimestre 2019 pubblicati dal Ministero dello Sviluppo Economico con la collaborazione Unioncamere e InfoCamere dicono che al Registro delle imprese sono iscritte 10.630 startup, in aumento dell’1,8% rispetto al dato di giugno. In pratica, in tre mesi sono nate 184 nuove realtà, quasi 2 al giorno.
Chi sono le startup innovative
Tra le 365 mila società di capitali costituite in Italia negli ultimi cinque anni e ancora in stato attivo, il 2,9% è registrata come startup innovativa.
Per quanto riguarda gli ambiti di attività, il 76,7% fornisce servizi alle imprese. Prevalgono in particolare la specializzazione in produzione di software e consulenza informatica, Ricerca e Sviluppo, servizi d’informazione. Un 17,6% opera nel manifatturiero, in particolare per la fabbricazione di macchinari, di computer e prodotti elettronici e ottici.
Il 3,8%, infine, opera nel commercio.
Ci sono poi settori economici in cui l’incidenza delle startup innovative sul totale delle nuove società di capitali appare rilevante. È una startup innovativa il 34,7% delle nuove aziende che fanno fabbricazione di computer, il 36,8% di quelle che producono software e addirittura il 68% di quelle che si occupano di ricerca e sviluppo.
Se è vero che l’attenzione alle novità tecnologiche è più nelle corde delle giovani generazioni, non sorprende che le startup innovative a prevalenza giovanile (under 35) siano 19,5% del totale, oltre tre punti percentuali superiore rispetto a quello riscontrato tra le nuove aziende non innovative (16,3%).
Ancora maggiore è la differenza se si considerano le aziende in cui almeno un giovane è presente nella compagine sociale: queste rappresentano il 43,8% delle startup (4.647 in tutto), contro il 34,5% delle altre imprese.
Per quanto riguarda infine il valore della produzione, la media per impresa nell’esercizio 2018 è di circa 187000 euro, in sensibile aumento rispetto al trimestre precedente (40 mila euro in più). La produzione complessiva ammonta invece a 1 miliardo e 200 milioni di euro, ben 382 milioni di euro rispetto agli 800 milioni del secondo trimestre.
Come si diventa startup innovativa?
Al 30 settembre 2019 sono 2.576 le startup innovative avviate grazie a una modalità di costituzione digitale e gratuita, una crescita di 169 unità rispetto al dato registrato a fine giugno.
Grazie alla misura, operativa a partire dal luglio del 2016, gli imprenditori innovativi italiani possono costituire la propria startup secondo una modalità interamente digitalizzata, anche in totale autonomia. L’esenzione dall’atto notarile consente un risparmio medio sui costi d’avvio stimato in circa 2000 euro.
Sono previste alcune condizioni per poter avere il diritto di iscrizione. Possono ottenere lo status di startup innovativa solo le società di capitali:
- costituite da meno di cinque anni;
- con sede in Italia o in uno Stato dell’Unione Europea;
- con fatturato annuo inferiore a cinque milioni di euro;
- non quotate;
- orientate allo sviluppo, produzione o commercializzazione di prodotti e servizi ad alto valore tecnologico.
Fondamentale, poi, è che il contenuto innovativo della startup sia identificato da almeno uno fra tre elementi, che valorizzano la formazione d’eccellenza e gli investimenti in ricerca.
È infatti necessario che almeno un 5% del maggior valore tra costo e valore totale della produzione sia dedicato a Ricerca e sviluppo.
Oppure, si deve dimostrare che almeno un terzo del team sia formato da dottori di ricerca, dottorandi o laureati che, da almeno tre anni, sono impegnati in attività di ricerca oppure che almeno i 2/3 di soci e collaboratori abbiano conseguito una laurea magistrale.
Terzo requisito che può essere alternativo o aggiuntivo rispetto agli altri due, è che la startup abbia depositato un brevetto registrato o sia titolare dei diritti relativi ad un software che siano direttamente connessi all’oggetto sociale e all’attività d’impresa.
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