Tutelare i prodotti Made in Italy da un sistema di etichettatura che li penalizzerebbe. Con questo obiettivo, i ministeri di Sviluppo Economico, Salute e Politiche Agricole hanno presentato alla Commissione Europea la proposta italiana relativa a un sistema di etichettatura nutrizionale dei prodotti alimentari.
L’iniziativa nasce in opposizione al sistema di etichettatura Nutri-score, nata in Francia, ora estesa a tutti i Paesi d’Europa.
Nutri-score: cos’è e come funziona
Il Nutri-score è nato come sistema semplice ed intuitivo per orientare i consumatori verso i prodotti più sani, con l’obiettivo di promuovere un’alimentazione povera di zuccheri, sodio, grassi.
Proposto dall’EREN, un gruppo di ricerca pubblica francese sulla nutrizione, guidato dal professor Serge Hercberg, si basa sul punteggio nutrizionale FSA creato dall’Agenzia alimentare nel Regno Unito.
In sostanza, attraverso una formula – pubblicata per intero sul sito Santé Publique France – si calcola un punteggio dal rosso al verde e dalla A (il più alto) alla E (il più basso), sulla base della quantità di nutrienti presenti in 100 grammi di prodotto. Un’alta concentrazione di energia, grassi saturi, zucchero, sodio si traduce in punteggio negativo. Viceversa, la presenza di frutta, verdura, noci, fibre, proteine determina invece un punteggio positivo.
Attualmente solo pochi brand in alcuni Paesi (Francia, Belgio, Spagna) hanno effettivamente applicato il punteggio Nutri-score sulle etichette dei loro prodotti alimentari. Tuttavia, sul sito di Open Food Facts è possibile verificare il punteggio potenzialmente di qualunque prodotto. Quelli che non sono già presenti nel database, infatti, possono essere facilmente inseriti da chiunque. Basta caricare i dati nutrizionali, perché il punteggio sia calcolato in tempo reale.
Perché l’Italia si oppone
A livello europeo, è in corso la raccolta firme per arrivare a quota un milione in un quarto dei Paesi Comunitari, per chiedere alla Commissione Europea di armonizzare la legislazione in materia e rendere l’etichettatura obbligatoria su tutto il territorio UE. Il sistema Nutri-score raccoglie in effetti ampi consensi perché è molto intuitivo e consente facilmente di confrontare diversi prodotti.
Tuttavia, proprio l’eccessiva semplificazione potrebbe penalizzare alcuni prodotti. È il caso di formaggi e salumi tipici del Made in Italy, che risultano avere un punteggio più basso rispetto a bevande con edulcoranti.
«Si rischia – dice Coldiretti – di promuovere bevande gassate con edulcoranti al posto dello zucchero e di sfavorire elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma le cui semplici ricette non possono essere certo modificate. È inaccettabile spacciare per tutela del consumatore un sistema che cerca invece di influenzarlo nei suoi comportamenti orientandolo a preferire prodotti di minore qualità anche perché l’equilibrio nutrizionale va ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera come prevede la proposta italiana del sistema a batteria».
La controproposta italiana: la NutrInform Battery
Dai timori per l’impatto sull’agroalimentare italiano è nato il decreto interministeriale, che propone un sistema “a batteria”.
La proposta italiana, in sostanza, vale per ogni singola porzione rispetto alla quantità raccomandata dall’Unione Europea.
L’Italia chiede anche di escludere comunque da ogni sistema di etichettatura prodotti Dop, Igc e Stg, che sono fatti con modalità e ricette tradizionali, impossibili da mutare.
Il NutrInform Battery rende graficamente più evidente le percentuali di calorie, grassi, zuccheri, sale, limitandosi ad informare più che a dare un giudizio sul prodotto.
“Con il sistema italiano di etichettatura nutrizionale – si legge nella nota del Ministero dello Sviluppo Economico – il Governo si pone l’obiettivo sia di fornire al consumatore una informazione chiara e sintetica sulla presenza di alcuni nutrienti negli alimenti, utile a collocarli all’interno di una dieta varia e bilanciata, quale quella mediterranea, sia di valorizzare e tutelare tutta la filiera agroalimentare italiana”.
Chi vincerà? L’impressione è che la battaglia sia solo all’inizio.