L’esigenza di riorganizzare le modalità lavorative sta diventando sempre più stringente alla luce dell’approvazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 marzo che ha introdotto misure di contenimento e contrasto al Coronavirus sull’intero territorio nazionale.
Nuove iniziative saranno probabilmente adottate già nelle prossime ore e nei prossimi giorni per ridurre ulteriormente i contatti sociali.
Proprio a sostegno di imprese, professionisti e privati che possono comunque continuare ad operare attraverso lo smart-working, il Ministero per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione ha esteso a tutta Italia il nuovo progetto di “solidarietà digitale” che il Ministro Paola Pisano aveva lanciato nei giorni precedenti per le zone rosse del Nord Italia.
Cos’è la solidarietà digitale
Come si legge nella nota ufficiale del Ministero, l’iniziativa nasce dalla considerazione che, a fronte della necessità di ridurre il più possibile le uscite per limitare la diffusione del virus, gli strumenti digitali e l’innovazione diventano alleati preziosi per far vivere “un quotidiano sostenibile, migliorando la nostra qualità della vita nonostante le limitazioni”.
Da qui è derivato l’invito a multinazionali, partecipate pubbliche, startup, PMI, associazioni che si occupino di servizi digitali ad offrire gratuitamente, per un periodo di tempo limitato, soluzioni e servizi per cittadini, professionisti ed aziende.
L’obiettivo è di costruire una rete in grado di soddisfare l’esigenza di lavorare da remoto, attraverso connettività rapida e gratuita, usare piattaforme di smart working, nonché svolgere a distanza attività della vita di tutti i giorni, come fare la spesa.
Sono già diverse le realtà che hanno aderito, mettendo a disposizione 13 servizi, consultabili sul sito https://solidarietadigitale.agid.gov.it/#/.
Cosa accade alle aziende che non possono attivare lo smart-working?
Non tutto il lavoro può essere svolto grazie a piattaforme digitali.
Va comunque precisato che, salvo ulteriori aggiornamenti, le restrizioni previste dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri si applicano alle sole persone fisiche e prevedono alcune eccezioni.
Ciò significa innanzitutto che le merci possono continuare a circolare. Il trasporto stesso delle merci è considerato come un’esigenza lavorativa: il personale che conduce i mezzi di trasporto può quindi spostarsi limitatamente alle esigenze di consegna o prelievo delle merci.
Inoltre, chi non può attivare forme di smart-working, può continuare a recarsi sul posto di lavoro, dove devono essere adottate tutte le precauzioni per scongiurare il rischio di contagio.
Allo studio ci sono nuove disposizioni che potrebbero portare alla chiusura in Lombardia e Veneto di attività commerciali come ristoranti e bar così come attività artigianali che erogano servizi non essenziali (come parrucchieri ed estetisti).
Al netto di eventuali cambiamenti o di scelte individuali, le attività produttive dovrebbero invece restare aperte, sempre con la raccomandazione di attivare forme di smart-working e accorgimenti per ridurre i contatti tra i dipendenti.
Che fare in caso di chiusura obbligata?
Nel caso in cui sia inevitabile chiudere l’attività, esistono strumenti di tutela assicurativa.
Una soluzione è, ad esempio, “Tua Non Stop”, lanciata da TUA Assicurazioni, compagnia del Gruppo Cattolica, realizzata con Cattolica Assicurazioni per far fronte alle conseguenze della diffusione del virus COVID-19.
La soluzione è stata elaborata in pochi giorni dal momento in cui è scattata l’emergenza, per rispondere senza indugi alla domanda proveniente dagli esercizi commerciali (negozi, bar, servizi) costretti per provvedimento d’urgenza delle Autorità a chiusura obbligatoria e misure restrittive imposte dalla minaccia dell’epidemia.
Per venire incontro alle esigenze dei piccoli imprenditori, TUA, con la polizza “Tua Non Stop”, in distribuzione presso tutte le agenzie e di durata annuale, garantisce un supporto immediato di 1.000 euro al giorno per un massimo di 15 giorni in caso di chiusura decretata dalle autorità.
Tua Non Stop nasce grazie al know-how altamente specialistico di CATTRe, società di riassicurazione del gruppo Cattolica che progetta soluzioni assicurative ad hoc su rischi specifici o nuovi sul mercato.
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