Col protrarsi dell’emergenza epidemiologica, proseguono anche le misure per il contenimento della diffusione del SARS-CoV-2 attraverso la limitazione dei contatti diretti interpersonali.
I luoghi di lavoro possono restare aperti, pur con l’onere di ridurre il personale presente in azienda attivando forme di smart-working e di gestire gli spazi per garantire le distanze di sicurezza indicate dalle autorità sanitarie.
Certamente le difficoltà di approvvigionamento di materie prime ed il drastico calo dei consumi pesano sulla produzione. Da qui, le misure straordinarie messe in campo con il decreto legge varato il 16 marzo dal Consiglio dei Ministri e già firmato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Molto corposa la parte dedicata al lavoro che prevede, in sintesi:
- sostegno all’occupazione;
- supporto al credito;
- alleggerimento degli oneri fiscali.
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Per quanto riguarda la gestione del personale, le misure adottate puntano ad ampliare gli ammortizzatori sociali, a fronte del divieto di licenziare per “giustificato motivo oggettivo” nei prossimi due mesi.
Tutte le imprese, indipendentemente dal numero di dipendenti, possono ad esempio accedere alla cassa integrazione in deroga fino a 9 settimane, comprese quelle agricole, della pesca e del terzo settore, previo accordo sindacale anche in via telematica.
Tale accordo non è necessario per chi ha un massimo di cinque dipendenti.
È anche prevista la possibilità di cassa integrazione ordinaria, sempre fino a 9 settimane, per i datori di lavoro che hanno dovuto sospendere o ridurre l’attività lavorativa per eventi riconducibili all’emergenza, nonché per le imprese che già si trovano in Cig straordinaria.
Chi sta già adoperando lo strumento della solidarietà può ricevere infine un assegno ordinario fino a 9 settimane.
Un’altra misura a sostegno del lavoro è l’equiparazione dell’assenza per quarantena alla malattia che, già prevista per il settore pubblico, vale ora anche nel privato.
Per i lavoratori dipendenti, con reddito complessivo inferiore a 40.000 euro, è infine previsto un bonus di 100 euro se, durante il periodo di emergenza, continuano a prestare servizio nella sede di lavoro.
Per i lavoratori autonomi, le Partite Iva, i co.co.co, gli stagionali del turismo e degli stabilimenti termali, gli operai agricoli a tempo determinato e i lavoratori dello spettacolo, che non beneficiano di ammortizzatori sociali, è prevista un’indennità di 600 euro per il mese di marzo.
Il supporto al credito per PMI e microimprese
Il decreto legge agevola l’accesso al credito di PMI e microimprese. Prevede infatti la moratoria sui prestiti e sulle linee di credito delle piccole realtà che facciano richiesta alla banca o altro intermediario finanziario che ha concesso il credito, con garanzia pubblica al 33%.
Inoltre, sarà concesso un bonus fiscale per la cessione dei crediti deteriorati.
Sempre in quest’ottica, è stato anche potenziato il fondo di garanzia per le Pmi. Per 9 mesi, lo Stato fornisce così una garanzia per prestiti fino a 5 milioni di euro volta a investimenti e ristrutturazioni di situazioni debitorie.
La norma ha pensato anche a sostenere il Made in Italy, a cui è stato destinato un Fondo, con dotazione iniziale di 150 milioni di euro per l’anno 2020. Il fondo servirà a potenziare gli strumenti di promozione e di sostegno all’internazionalizzazione delle varie componenti del sistema Paese, tra cui si segnala il piano straordinario di sostegno al made in Italy.
Alleggerimento degli oneri fiscali e contributivi
Per le filiere più colpite dall’emergenza scatta la sospensione fino al 31 maggio dei pagamenti di ritenute, contributi previdenziali e assistenziali e dell’Iva di marzo.
I settori interessati sono: trasporto merci, turistico-alberghiero, termale, trasporti passeggeri, ristorazione e bar, cinema e teatri, sport, istruzione, parchi divertimento, eventi, sale giochi e centri scommesse, trasporto merci, federazioni sportive nazionali, enti di promozione sportiva, organizzazioni non lucrative di utilità sociale, volontariato e associazioni di promozione sociale.
Per queste imprese alla ripresa della riscossione, i versamenti sospesi dovranno essere effettuati, senza sanzioni e interessi, in un’unica soluzione o con un massimo di 5 rate mensili a partire da maggio 2020.
Per tutte le aziende, gli autonomi ed i professionisti che non superano i 2 milioni di ricavi, i versamenti alla cassa per saldare le ritenute, l’Iva annuale e mensile, nonché i contributi previdenziali e quelli Inail sono comunque rinviati al 31 maggio e potranno essere pagati in un’unica soluzione o in massimo 5 rate mensili.
Per le realtà che non rientrano nei due parametri precedenti (direttamente colpiti dall’emergenza o sotto i 2 milioni di euro di ricavi) tutti i versamenti nei confronti delle pubbliche amministrazioni, compresi contributi previdenziali e assistenziali e i premi per l’assicurazione obbligatoria, in scadenza il 16 marzo sono prorogati al 20 marzo 2020.
Per quanto riguarda gli esercenti, che hanno dovuto chiudere le loro attività, è riconosciuto un credito d’imposta nella misura del 60% dell’ammontare del canone di affitto, relativo al mese di marzo.
Via libera per un periodo di 9 mesi all’estensione della moratoria fino a 18 mesi prevista per i mutui prima casa anche ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti che autocertifichino in un trimestre successivo al 21 febbraio 2020, un calo superiore al 33% del fatturato dell’ultimo trimestre 2019 a causa della chiusura o della restrizione della propria attività per l’emergenza.
Come si può vedere, si tratta di misure corpose, che possono dare una boccata d’ossigeno a grandi aziende, PMI, micro-imprese, professionisti, lavoratori autonomi. Se l’emergenza sanitaria proseguirà, probabilmente arriveranno ulteriori interventi a supporto dell’economia.
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