Le regole per il contenimento del nuovo Coronavirus, con la limitazione dei contatti diretti interpersonali, hanno prodotto una serie di mutamenti su tutti i fronti, compresi i comportamenti sociali. ù
Sul fronte dei consumi, si registra un cambio importante nelle modalità e nella scelta dei prodotti. In particolare, si possono individuare due trend: l’incremento dello shopping online e una maggiore propensione ad acquistare prodotti made in Italy.
Il web sempre più centrale negli acquisti
Con il lockdown, la tendenza ad usare canali di e-commerce ha subito un deciso incremento. Non solo le piattaforme più note, ma anche i canali di commercio online aperti dai singoli produttori sui propri siti web si sono rivelati alleati preziosi per accedere a beni e servizi altrimenti difficilmente reperibili. Secondo l’osservatorio Nielsen, solo nella settimana di Pasqua la crescita dell’e-commerce è stata del 178%.
Il caso più emblematico è forse quello relativo al food, settore che in Italia non risulta tradizionalmente brillante nell’ambito e-commerce. Secondo il consuntivo 2019 sull’e-commerce in Italia, stilato dal Politecnico di Milano, il comparto Food and Grocery era solo al 5% del totale di acquisti online in Italia, per un valore di 1,6 miliardi. Da marzo, invece, secondo i dati dell’osservatorio Nielsen, l’e-commerce di food ha registrato un aumento del 162% rispetto alle settimane pre-Covid, con un 75% dei consumatori che hanno fatto la spesa online per la prima volta.
I consumi ai tempi del Covid19: più made in Italy nel carrello
Un altro effetto che si registra nel periodo del lockdown riguarda la maggiore richiesta di prodotti italiani rispetto a quelli di importazione. Sia che si tratti di una scelta consapevole, mirata a sostenere le produzioni italiane, o che sia invece una necessità dettata dalla restrizione alla circolazione di merci, si tratta di una novità importante.
Questo cambiamento è stato registrato anche dall’Osservatorio “Lockdown. Come e perché sta cambiando le nostre vite” avviato da Nomisma in collaborazione con Crif, azienda globale specializzata in sistemi di informazioni creditizie (SIC) e di business information. Secondo l’indagine, fra le caratteristiche più ricercate nel carrello della spesa, il 22% dei consumatori ha aumentato gli acquisti di prodotti di origine italiana e un altro 22% quelli di prodotti a km zero. Inoltre, il 28% ha iniziato a comprare prodotti da filiere corte.
Nomisma rileva anche che la percentuale di consumatori che sceglie i negozi di vicinato è passata dal 40% al 54%, soprattutto per effetto delle restrizioni sugli spostamenti. Tuttavia, si stanno così consolidando delle abitudini che resisteranno almeno in parte anche dopo la fine dell’epidemia.
La mappa dei consumi: una bussola per le imprese e le PMI nella ripresa
Monitorare, anche grazie agli Osservatori qualificati, l’andamento delle scelte dei consumi è importante nella fase attuale per orientare le strategie delle realtà produttive sia nel lockdown che nelle fasi successive.
Combinare la facilità dell’acquisto online con la produzione Made in Italy potrebbe essere una strategia vincente, vista la crescente sensibilità verso questi due elementi, che potrebbero diventare importanti driver di consumo. Se, come è probabile, i nuovi comportamenti si consolideranno nel tempo, aziende, PMI e piccole attività artigianali potrebbero trovarsi di fronte a nuove opportunità per incrementare le vendite attraverso una strategia multicanale, che unisca online ed offline.
Fondamentale, però, è non farsi trovare impreparati e riuscire a cogliere le richieste dei clienti. Sviluppare nuove competenze tecnologiche, puntare sul digitale e predisporre servizi personalizzati efficienti, all’altezza delle aspettative dei consumatori abituati ad acquistare online, potrebbe diventare la strada per una nuova, vera rinascita.