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Certificazione del credito d’imposta R&S: vera e propria liquidità per le imprese

Per beneficiare del credito d’imposta su ricerca e sviluppo, le aziende devono presentare apposita certificazione degli investimenti.

Partendo dal presupposto che non ci possa essere crescita senza ricerca, il piano ministeriale Transizione 4.0 ha confermato il credito d’imposta come incentivo per le aziende che investono in Ricerca e Sviluppo.

Tale agevolazione era stata già prevista, pur se in forma differente, anche nel piano Industria 4.0 ed è utilizzabile come forma di compensazione in tre quote annuali a partire dal periodo d’imposta successivo a quello di maturazione.

L’obiettivo è di stimolare la spesa privata in Ricerca, Sviluppo e Innovazione tecnologica per sostenere la competitività delle imprese e per favorirne i processi di transizione digitale e nell’ambito dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale.

Cosa prevede il credito d’imposta per Ricerca & Sviluppo

La misura del credito d’imposta varia in relazione alle attività messe in campo. In particolare, il nuovo piano prevede un credito d’imposta pari al 12% delle spese agevolabili nell’ambito dell’attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico e tecnologico. Il limite massimo è di 3 milioni di euro.

Per le spese sostenute nell’ambito dell’innovazione tecnologica volta a realizzare prodotti o ad implementare processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati, è riconosciuto un credito d’imposta pari al 6%, nel limite massimo di 1,5 milioni di euro.

La percentuale sale al 10% (per un massimo di 1,5 milioni) in caso di attività di innovazione tecnologica che puntano a raggiungere un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0.

Inoltre, sono premiate anche le attività di design e ideazione estetica per la concezione e realizzazione dei nuovi prodotti e campionari nei settori tessile e della moda, calzaturiero, dell’occhialeria, orafo, del mobile e dell’arredo e della ceramica. In questi casi è riconosciuto un credito d’imposta del 6%, per un massimo di 1,5 milioni di euro.

La comunicazione degli investimenti: non basta per accedere al beneficio

La legge 27 dicembre 2019, n. 160 del 2019 che contiene il Bilancio di previsione 2020 e quello pluriennale 2020-2022, ha previsto che le imprese che vogliono ottenere il credito d’imposta per Ricerca e Sviluppo devono inviare al Ministero dello Sviluppo Economico una comunicazione a consuntivo, dopo la chiusura del periodo d’imposta in cui sono stati effettuati gli investimenti ammissibili.

Questo documento, tuttavia, non è sufficiente ad accedere al beneficio. Allo stesso modo, chi non lo invia, non deve temere di perdere l’agevolazione. Si tratta, infatti, di uno strumento utile al Mise per avere le informazioni necessarie per valutare l’andamento, la diffusione e l’efficacia delle misure messe in campo.

Certificazione del credito d’imposta per Ricerca e Sviluppo

La legge di Bilancio 2019 ha introdotto l’obbligo della certificazione delle spese per tutti i soggetti beneficiari dell’agevolazione, indipendentemente dalle dimensioni dell’impresa.

In pratica, anche le imprese tenute per legge alla revisione legale dei conti e al bilancio certificato hanno l’obbligo della certificazione di tutta la documentazione contabile inerente alle spese rilevanti ai fini del calcolo del beneficio. Per chi è già assoggettato alla revisione legale dei conti, la certificazione viene rilasciata dal soggetto incaricato alla revisione. Per le imprese non obbligate per legge alla revisione legale dei conti, è riconosciuto un “bonus” aggiuntivo rispetto al credito d’imposta a sostegno delle spese affrontate per adempiere all’obbligo di certificazione.

Per quanto riguarda i tempi, la certificazione deve essere predisposta contestualmente al bilancio, per le società che effettuano tale operazione. Per le altre, invece, il termine è fissato in 120 giorni dalla chiusura del periodo d’imposta.

L’impresa potrà usufruire del credito d’imposta, tramite compensazione con modello F24, a partire dalla data in cui viene effettuata la certificazione generando a tutti gli effetti liquidità, che consente di dare maggior solidità economica e continuità operativa all’impresa oggetto della certificazione proprio in un periodo di potenziale difficoltà come quello attuale.

A1 Corporate 4.0, grazie alla consolidata partnership con INPRES Italia (Istituto Nazionale Per la Ricerca e lo Sviluppo), è al fianco delle imprese che vogliono beneficiare del credito d’imposta per Ricerca & Sviluppo per il 2020 oltre che per gli anni precedenti, sia in termini di certificazione del credito riferito agli anni 2015 e seguenti, sia in termini di auditing su certificazioni già effettuate.

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