Con l’emergenza Covid, la ricerca di liquidità è diventata strategica per le imprese. Secondo una recente indagine di Crif, realtà specializzata in sistemi di informazioni creditizie, il 42% delle imprese italiane necessita di liquidità per 60 miliardi di euro, di cui 15 potranno essere coperti dai flussi di cassa generati nel 2020, mentre i restanti 45 andranno reperiti sul mercato.
Proprio per sostenere le aziende, soprattutto quelle piccole e medie, la Commissione Europea ha proposto di modificare temporaneamente una parte della regolamentazione finanziaria.
Si tratta di una decisione che ha conseguenze importanti per l’economia reale, perché le novità introdotte consentiranno di far circolare più facilmente il flusso di denaro sul mercato dei capitali, in modo che continui a raggiungere anche quelle aziende che necessitano di liquidità.
Regolamentazione finanziaria agevolata per aiutare le imprese
Finanza ed economia reale sono legate a doppio nodo. Gli investimenti, infatti, entrano nel circuito delle aziende che ricercano liquidità presso gli istituti di credito o sullo stesso mercato finanziario e ritornano al sistema finanziario sotto forma di restituzione di prestiti, interessi e spese.
Agevolare l’uno, dunque, ha ripercussioni anche sull’altro. In questo quadro si inserisce il Capital Markets Recovery Package adottato dalla Commissione Europea come parte della strategia complessiva della Commissione per la ripresa dell’economia dopo il Coronavirus.
Il pacchetto di misure punta a cambiare le regole del mercato dei capitali per incoraggiare maggiori investimenti nell’economia, consentire una rapida ri-capitalizzazione delle aziende ed accrescere la capacità delle banche a finanziare la ripresa. Come spiegato da Valdis Dombrovskis, vice-presidente della Commissione: “I mercati di capitali sono vitali per la ripresa, perché i finanziamenti pubblici da soli non sono sufficienti a riportare in carreggiata l’economia”.
Per ora si tratta di una prima fase a cui seguirà, a settembre, il più ampio Capital Markets Union Action Plan.
Le misure del Capital Markets Recovery Package
Tutte le misure introdotte si inseriscono nel progetto dell’unione dei mercati di capitali, finalizzato ad integrare meglio i mercati nazionali e ad assicurare a tutti uguale accesso agli investimenti e alle opportunità di finanziamento all’interno dell’UE.
Questo obiettivo è ben evidente con l’EU Recovery Prospectus, che modifica la normativa sui documenti che le compagnie devono dare agli investitori. La Commissione ha proposto di creare una forma semplificata temporanea, di non oltre 30 pagine (a fronte delle centinaia attuali), facile da produrre per le compagnie, da leggere per gli investitori e da verificare per le autorità competenti nazionali. Questo aiuterebbe anche la raccolta di fondi da parte delle banche, che giocano un ruolo essenziale nel finanziare la ripresa dell’economia reale.
La Commissione è poi intervenuta sulla direttiva Mifid II, per ridurre gli oneri amministrativi che gravano sugli investitori esperti. La crisi ha infatti evidenziato la necessità di alleggerire i vincoli non necessari. La Commissione ha inoltre aperto una consultazione pubblica per modificare Mifid II in modo da accrescere le coperture a sostegno della ricerca delle PMI, offrendo loro maggiore visibilità per attirare nuovi investitori.
Infine, sono state semplificate le regole delle cartolarizzazioni per facilitarne l’utilizzo in questa fase di ripresa economica. Questo, in particolare, dovrebbe consentire alle banche (storicamente fonte primaria di accesso al credito del tessuto imprenditoriale italiano) di aumentare la loro capacità di prestito, liberando i bilanci dai crediti deteriorati.
Si aprono, dunque, nuove interessanti opportunità, che dispiegheranno i loro effetti nel medio e lungo periodo. A1 Corporate 4.0, con i suoi Corporate Advisor, è sempre al fianco delle PMI che ricercano nuove fonti di finanziamento per generare liquidità nell’ottica della continuità d’impresa.