Il Rapporto sul commercio estero “L’italia nell’economia internazionale” dà una sferzata di ottimismo. Redatto da Agenzia ICE (Italian Trade & Investment Agency) in collaborazione con Prometeia, Istat, Fondazione Masi, Università Bocconi e Politecnico di Milano, il documento è il principale strumento di informazione e analisi sul posizionamento competitivo del sistema produttivo italiano nel contesto dell’economia globale.
Export: risultati e previsioni del breve termine
In sintesi, il rapporto evidenzia che nel 2019 l’export italiano ha registrato una crescita del 2,3%, attestandosi a 476 miliardi di euro, e la bilancia commerciale segna un saldo positivo di 53 miliardi di euro.
Un risultato molto importante perché, come ricordato dal presidente dell’Agenzia ICE Carlo Ferro, è stato ottenuto in un periodo turbolento sui mercati mondiali, particolarmente per i Paesi europei, stretti nella disputa commerciale USA-Cina, pressati dai dazi americani e confusi nell’incertezza su tempi e termini della Brexit.
Il 2020 è inevitabilmente segnato dall’emergenza Covid, che ha portato per un lungo periodo alla chiusura delle attività produttive e dei rapporti commerciali con l’estero. La stima è che l’anno si chiuda con una flessione del 12% a prezzi costanti. Tuttavia, secondo le previsioni ICE su dati Prometeia, dal 2021 si tornerà a crescere del 7,4% ed il trend positivo proseguirà anche nel 2022 (+5,2%) quando si tornerà ai livelli del 2019 in termini di volumi.
Secondo lo studio ICE-Prometeia, la ripresa degli scambi mondiali nel 2021 sarà guidata dall’aggregato degli Emergenti Asia (+10,3% e +8,2% per l’import di manufatti rispettivamente nel 2021 e 2022), Cina in testa. Il maggiore utilizzo dell’e-commerce, in questi Paesi, potrebbe diventare strutturale, agendo da volano per gli scambi, soprattutto nell’ambito dei beni di consumo.
Un nuovo contesto globale
La pandemia ed il lockdown hanno accelerato processi già in corso, in grado di modificare i comportamenti dei consumatori. Emblematica, ad esempio, è la diffusione della digitalizzazione, con le vendite on line – un mercato che si rivolge a 1.45 miliardi di consumatori nel mondo e cresce a ritmi del 9% all’anno. Numeri che obbligano anche le PMI a interrogarsi sulla possibilità di utilizzare questo canale di contatto con gli utenti.
Secondo Ferro, “più che ragionare sui numeri è ora importante orientare l’azione combinando reazione e visione perché le sfide di oggi si giocano in un contesto globale diverso dal passato. Digitale, innovazione e sostenibilità sono le parole chiave per rivolgersi alle nuove generazioni di consumatori globali. Per rispondere all’urgenza del momento e rafforzare il posizionamento strategico del Made in Italy sui mercati di domani è quanto mai importante l’azione di supporto del Sistema Paese. In particolare, per le PMI che rappresentano oltre il 90% delle imprese italiane e generano oltre il 50% dell’export, ma sono anche, per taglia, le più vulnerabili e, per assetto organizzativo, le meno preparate all’innovazione digitale dei processi”.
Affiancare l’eccellenza del Made in Italy, apprezzato nel mondo per qualità e riconosciuto come segno di stile, a digitalizzazione, innovazione e sostenibilità, può essere la chiave vincente per consolidare mercati in cui si è già presenti, raggiungere nuovi target e migliorare la propria competitività.
A1 Coporate 4.0 è al fianco delle imprese, PMI e grandi aziende, che vogliono conoscere opportunità di ingresso in nuovi mercati esteri o rafforzare la propria presenza, grazie ad un programma di internazionalizzazione che consente di connettere le aziende italiane con i propri target di riferimento in tutto il mondo, attraverso una rete diffusa in ben 72 Paesi.