Ben prima di Covid-19, la sostenibilità era considerata un driver di crescita per le imprese. Alla luce di questioni globali quali il riscaldamento climatico, la sensibilità dell’opinione pubblica rispetto al tema dello sviluppo sostenibile aveva infatti innescato un circolo virtuoso che premiava imprese ed investimenti sostenibili.
Dopo Covid-19, questo trend si è ancor più accentuato, nella consapevolezza che tutti i componenti della società, comprese le aziende, possano dare il proprio contributo ad uno sviluppo che sia in grado di preservare le risorse disponibili per le future generazioni, nonché la salute del pianeta.
Per questo, la sostenibilità è diventato un capitolo importante anche nelle agende politiche nazionali ed internazionali, che stanno incentivando il mondo produttivo a sostenere investimenti – spesso molto onerosi – proprio per ripensare processi e prodotti nell’ottica della sostenibilità.
Il Fondo per la crescita sostenibile
Anche l’Italia si sta muovendo in questa direzione. Tra gli strumenti messi a disposizione delle imprese c’è il Fondo per la crescita sostenibile del Ministero dello Sviluppo economico che sostiene la ricerca, lo sviluppo e la sperimentazione di soluzioni innovative per l’utilizzo efficiente e sostenibile delle risorse.
Col decreto dell’11 giugno 2020, è stato attivato l’intervento a favore di investimenti per la riconversione delle attività produttive verso un modello di economia circolare in cui il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse è mantenuto quanto più a lungo possibile, e la produzione di rifiuti è ridotta al minimo.
Tutte le imprese di qualsiasi dimensione, comprese quindi le PMI, che esercitano attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e centri di ricerca, possono accedere al Fondo, presentando progetti singolarmente o in forma congiunta. Per i soli progetti congiunti, sono ammessi anche gli organismi di ricerca, pubblici e privati, in qualità di co-proponenti.
Per la misura sono disponibili 155 milioni di euro per la concessione dei finanziamenti agevolati del FRI, e 62 milioni di euro per la concessione dei contributi alla spesa.
Le imprese potranno presentare le domande dal 5 novembre, ma la procedura di pre-compilazione delle domande e degli allegati sarà disponibile già dal 26 ottobre 2020.
I requisiti dei progetti finanziabili
I progetti devono essere finalizzati alla riconversione produttiva delle attività economiche nell’ambito dell’economia circolare, in una o più delle seguenti linee di intervento:
- innovazioni di prodotto e di processo in tema di utilizzo efficiente delle risorse e di trattamento e trasformazione dei rifiuti;
- progettazione e sperimentazione prototipale di modelli tecnologici integrati finalizzati al rafforzamento dei percorsi di simbiosi industriale;
- sistemi, strumenti e metodologie per lo sviluppo delle tecnologie per la fornitura, l’uso razionale e la sanificazione dell’acqua;
- strumenti tecnologici innovativi in grado di aumentare il tempo di vita dei prodotti e di efficientare il ciclo produttivo;
- sperimentazione di nuovi modelli di packaging intelligente (smart packaging) che prevedano anche l’utilizzo di materiali recuperati;
- sistemi di selezione del materiale multileggero, al fine di aumentare le quote di recupero e di riciclo di materiali piccoli e leggeri.
I progetti ammissibili devono essere realizzati in Italia e devono prevedere spese e costi ammissibili non inferiori a 500 mila euro e non superiori a 2 milioni di euro, con durata tra i 12 ed i 36 mesi.
Da sempre al fianco delle aziende, A1 Corporate 4.0 è disponibile, con i suoi Corporate Advisor, per aiutare le imprese a definire una pianificazione di medio e lungo periodo degli interventi possibili, alla luce delle nuove tecnologie disponibili, e ad orientarsi tra le misure e gli incentivi alla sostenibilità.