Ottimizzare i processi, migliorare i prodotti, ridurre gli sprechi, valorizzare il Made in Italy. Sono numerose le opportunità offerte alle imprese italiane dalla blockchain, tecnologia che si basa sulla creazione di un registro digitale le cui voci sono raggruppate in blocchi, concatenati in ordine cronologico, e la cui integrità è garantita dall’uso della crittografia.
Secondo lo studio realizzato dall’Ocse e finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico, l’Italia dispone già di una solida base imprenditoriale e numerose imprese stanno mettendo a punto innovative soluzioni blockchain che potrebbero raggiungere una significativa presenza sul mercato, in particolare per l’erogazione di servizi nei settori di eccellenza identificati con il marchio Made in Italy (per esempio, il settore dei macchinari, quello tessile o l’alimentare).
Per questo, però, è essenziale creare un ambiente favorevole per gli imprenditori e le PMI che operano nel settore, per esempio facilitando l’accesso ai finanziamenti, ai talenti, alle risorse e al mentorship, nonché semplificando le procedure burocratiche.
Le opportunità della blockchain per le PMI
La blockchain si inserisce nel novero delle tecnologie che possono aiutare le imprese a diventare più competitive, creando le condizioni per la crescita e l’accesso a nuovi mercati. Gli strumenti digitali, infatti, possono migliorare l’efficienza nell’uso delle risorse delle PMI, riducendo i costi e stimolando la diffusione di tecnologie complementari.
L’Italia si colloca tra i primi 10 Paesi al mondo per numero di progetti di blockchain sviluppati nel 2019. In quell’anno, le aziende italiane hanno investito circa 30 milioni di euro in progetti di blockchain, con un un incremento del 100% rispetto al 2018.
Le società finanziarie e assicurative rappresentano circa il 40% del totale e si stanno concentrando sempre più sullo sviluppo di un’infrastruttura sistemica accessibile a tutti gli istituti finanziari.
Un altro 30% degli investimenti totali proviene dalle PMI in campo agroalimentare e tessile per applicare la tecnologia nella catena di approvvigionamento e nella tracciabilità dei prodotti.
Le applicazioni possono essere molteplici. Ci sono già, ad esempio, nel settore agroalimentare sperimentazioni che hanno l’obiettivo di garantire che un prodotto sia coltivato in campi in cui l’impiego di fertilizzanti chimici non è massiccio oppure che la carne non provenga da allevamenti intensivi, in modo tale da assicurare la qualità del prodotto finale.
La gestione della catena di approvvigionamento con soluzioni blockchain, in particolare in relazione all’Internet of Things (IoT), potrebbe addirittura concorrere alla riduzione della contraffazione, tutelando il Made in Italy.
Normative e finanziamenti per la svolta tecnologica
Lo studio Ocse sottolinea che, nonostante in Italia ci siano ampie potenzialità per un uso proficuo della blockchain, serve comunque creare un ambiente adatto a favorire l’uso di questa tecnologia.
Da qui, il richiamo alle politiche pubbliche, perché tengano conto del fatto che la diffusione è legata all’accesso delle PMI a infrastrutture fisiche abilitanti (ad esempio, una connessione Internet ad alta velocità a banda larga) e a un contesto funzionante di mercato dei prodotti, del lavoro e finanziario. Allo stesso tempo, capacità gestionali e competenze dei lavoratori risultano altresì esercitare un forte effetto sul tasso di diffusione. Tali indicazioni trovano, in realtà, una ambiente sensibile, visto che il Ministero dello Sviluppo Economico si adopera dal 2018 per la promozione e il supporto dello sviluppo della tecnologia. Proprio l’Italia è stato anche il primo Paese europeo a finanziare questo particolare studio dell’Ocse, segno di una grande attenzione verso le soluzioni fornite dalle tecnologie emergenti alle PMI e start up.
Gli esperti selezionati dal Ministero dello Sviluppo Economico sono al lavoro per la definizione del documento finale della “Strategia italiana per la Blockchain e i registri distribuiti”, in seguito alla ricezione dei contributi pervenuti dalla consultazione pubblica terminata lo scorso luglio.
In questo contesto, è chiaro che l’attenzione a questo tipo di tecnologia sarà sempre più forte ed incentivata dalla politica nazionale ed internazionale. Le PMI, da parte loro, possono già iniziare a strutturarsi per cogliere le opportunità che emergeranno nel breve e medio periodo, per non correre il rischio di essere tagliate fuori dalla svolta digitale.
A1 Corporate 4.0, con i suoi Corporate Advisor, è al fianco delle imprese, anche micro, per aiutarle ad orientarsi in un mondo in continua evoluzione e a non perdere importanti occasioni di crescita.