Gli inglesi dicono “Look before you leap”, ovvero “Guarda prima di spiccare il salto”. Questo modo di dire sintetizza bene l’essenza dell’Export Manager, figura che può essere ricoperta da un singolo professionista, interno all’azienda o in outsourcing, o da una società specializzata. Per le imprese, l’Export Manager è sempre più elemento chiave per individuare nuove opportunità di esportazione.
Secondo l’indagine della Confederazione delle Piccole e Medie Imprese private Italiane, su un campione di 1.500 PMI italiane, ben il 57,4% degli imprenditori italiani ha espresso l’esigenza di dotare il proprio team di figure manageriali altamente specializzate per mettere in campo strategie adeguate a supportare i piani di sviluppo e crescita. Di questi, il 35% ha individuato nell’Export Manager la figura di cui non fare a meno.
Il ruolo dell’Export Manager in azienda
Compito dell’Export Manager è quello di elaborare una solida strategia aziendale internazionale, individuando i nuovi potenziali mercati di riferimento e analizzando le specificità di ogni Paese e contesto economico a partire dalle peculiarità e dalle potenzialità dell’azienda.
Si tratta di una funzione molto delicata, strategica appunto, che va oltre la sola gestione dei rapporti con clienti all’estero.
Il lavoro dell’Export Manager parte infatti dall’analisi preliminare dell’azienda stessa, per mappare il potenziale internazionale dei prodotti e servizi. Tale monitoraggio deve essere costante, per accompagnare l’impresa in tutte le fasi della sua evoluzione. Il lavoro di analisi è rivolto poi ai Paesi esteri, al contesto politico, economico, culturale, sociale e normativo, nonché alla mappatura dei competitor, per conoscere le possibilità di business, valutare eventuali rischi e l’attrattività potenziale dei prodotti e dei servizi dell’azienda. A questo punto, l’Export Manager può fare il match tra azienda e target esteri, individuando quelli che possono portare risultati concreti, per elaborare il progetto di esportazione ed implementarlo col piano d’azione, che andrà poi monitorato nel tempo.
Come fare per dotarsi di un Export Manager
Il Ministero dello Sviluppo Economico ed il Ministero degli Esteri hanno investito molto per aiutare le imprese a dotarsi di figure professionali come l’Export Manager.
All’interno del quadro del “Piano di promozione straordinaria per il Made in Italy”, il Ministero dello Sviluppo Economico, ad esempio, ha dedicato ben 10 milioni di euro nel 2019 per l’introduzione di un Temporary Export Manager, che si occupa dell’internazionalizzazione in outsourcing, nella struttura aziendale delle PMI italiane.
Con il finanziamento di Simest, a regime “de minimis” con durata di 4 anni, di cui 2 di preammortamento, e un ammontare massimo richiedibile di 150mila, è possibile coprire tutte le voci di costo relative all’inserimento temporaneo in azienda dell’Export Manager.
A dare un ulteriore impulso è stato il Patto per l’export del Ministero degli Esteri, che ha introdotto ulteriori agevolazioni per ottenere finanziamenti anche a fondo perduto.
A1 Corporate 4.0 può offrire un doppio supporto alle imprese, anche PMI, in questa delicata partita. Grazie ai suoi professionisti, aiuta le aziende ad orientarsi tra gli incentivi esistenti, individuando quelli più indicati per le proprie necessità. Inoltre, grazie alla sua specializzazione sull’internalizzazione, può fornire un supporto concreto nella formulazione di una strategia di ampio respiro, operando come un vero e proprio Export Manager.