Come accadde con la crisi finanziaria del 2008, sono tre gli elementi che contraddistinguono la capacità delle aziende di reagire alla crisi emergenziale: capacità di innovare; internazionalizzazione e diversificazione; solidità patrimoniale.
Lo rivela il Monitor Deloitte dedicato a “I bisogni delle PMI post-Covid”, condotto su un campione di 6.100 PMI italiane, da cui emergono questi punti come driver di crescita post-Covid.
In generale, le PMI dimostrano un’elevata propensione al cambiamento, ma non è sempre facile passare dalla teoria alla pratica.
PMI: i tre elementi chiave per essere resilienti
Innovazione
La capacità di innovazione è il primo elemento chiave per mantenere la competitività delle PMI.
Il 56% delle PMI crede, in effetti, di doversi concentrare su una o più componenti del proprio business – agendo quindi sull’ampliamento o revisione del bacino clienti, sull’offerta e sui canali di vendita utilizzati, sulle fasi di approvvigionamento e produzione della “supply chain” – per incrementare il valore percepito.
Tuttavia, a fronte di un numero considerevole di aziende che dichiara di voler innovare il proprio modello di business, dall’indagine emerge come meno della metà abbia chiaro come farlo. Pochi giorni dopo la fine del primo lockdown, solo il 35% delle aziende che hanno risposto in tal senso ha avviato la definizione di piani di rilancio strutturati con obiettivi e azioni formalizzate su un orizzonte temporale di medio-lungo termine.
Internazionalizzazione
Secondo driver è l’internazionalizzazione. Nonostante gli impatti che l’emergenza sanitaria ha avuto su tutti i sistemi economici e il rallentamento che ne è derivato sia lato offerta che lato domanda a livello globale, circa un’azienda su due vede l’espansione in mercati esteri come la strategia da perseguire per ritornare ai livelli di operatività pre-Covid, preferendo l’internazionalizzazione a driver più strutturali come investimenti in nuovi canali distributivi e in nuove tecnologie di prodotto.
Solidità patrimoniale
Infine, perché un’azienda possa essere resiliente e reagire agli shock è fondamentale che sia rafforzata la componente patrimoniale, a prescindere dalla dimensione. Se la liquidità aziendale consente un sostentamento alle imprese per gestire le necessità operative e di cassa imminenti, il sottostante per garantire una crescita sostenibile non può che essere la componente patrimoniale.
L’indagine conferma questo trend, con più del 90% delle PMI che vede la solidità patrimoniale come fattore chiave per garantire la stabilità al business e la competitività nel medio-lungo termine. Tuttavia, sono poche le realtà che considerano le operazioni straordinarie come strumenti per rafforzare la propria solidità patrimoniale, mentre l’indebitamento resta il mezzo più accreditato.
Come attivare il cambiamento per cogliere le opportunità oltre Covid
Se le “direzioni” del cambiamento sono condivise e supportate da esperienze di successo e ricerche, non è facile come attivare la trasformazione all’interno della propria azienda. Innovare la propria attività, esportare in nuovi mercati, consolidare l’azienda dal punto di vista patrimoniale sono attività chiave che richiedono esperienza, competenza e la capacità di costruire il “vestito su misura” per l’azienda.
Per aver successo ed essere resilienti nel medio-lungo termine in un contesto di grandi trasformazioni, le PMI necessitano di una pianificazione strutturata.
A1 Corporate 4.0, grazie ai suoi professionisti, può integrare il gap di competenze specifiche nella gestione della “nuova normalità”, attivando percorsi per supportare le imprese nell’innovazione, nell’internazionalizzazione e nell’individuazione di strumenti per consolidare la solidità patrimoniale.