L’impatto della pandemia sul mondo economico richiede alle PMI di attrezzarsi con nuovi strumenti, investendo in tecnologie e competenze, rimodulando processi e prodotti in ottica di sostenibilità, diversificando business e mercati. Per fare tutto ciò, è necessaria una dotazione finanziaria composta da un set articolato di strumenti cui poter ricorrere, che coniughino flessibilità e redditività.
In Italia, il canale privilegiato di accesso al credito resta quello bancario, ma negli ultimi tempi, in particolare nell’ultimo anno, si è registrata la crescita del ricorso a canali alternativi.
Nonostante molte imprese abbiano ridotto gli investimenti in un momento di grande incertezza, è comunque emersa l’attività del mondo del risparmio gestito, che anche grazie all’introduzione dei PIR “alternativi” e degli ELTIF sta portando risorse preziose che consentiranno nei prossimi anni di sostenere l’offerta di capitale verso le PMI.
Finanziamenti FinTech alle PMI: nel 2020 crescono del 4%
Secondo la terza edizione del Quaderno di ricerca “La finanza alternativa per le PMI in Italia” curata dal Politecnico di Milano, da luglio 2019 a giugno 2020 la finanza alternativa ha veicolato verso le PMI 2,7 miliardi di euro, contro i 2,5 del periodo precedente, con una crescita anno su anno pari al 4%.
Entrando nel dettaglio dei vari strumenti, cresce l’industria dei minibond. Le PMI non finanziarie italiane emittenti di minibond fino al 30 giugno 2020 sono state 348; fra queste, ben 47 si sono affacciate sul mercato per la prima volta nel primo semestre 2020. Il controvalore collocato negli ultimi 12 mesi coperti dalla ricerca è stato di 331 milioni di euro, in buon aumento rispetto a 281 milioni dell’anno precedente.
Partito in sordina contemporaneamente ai minibond, l’equity crowdfunding ha visto un ottimo tasso di crescita negli ultimi mesi, anche grazie all’estensione di questa opportunità, inizialmente riservata solo a startup e PMI innovative. Sono 547 le aziende italiane che hanno provato a raccogliere capitale di rischio sulle piattaforme Internet autorizzate fino al 30 giugno 2020, assicurandosi attraverso 402 campagne chiuse con successo un funding pari a 158,86 milioni.
Le piattaforme di invoice trading italiane, invece, hanno mobilitato per le PMI fino al 30 giugno 2020 quasi 3 miliardi, di cui 1.16 negli ultimi 12 mesi considerati (+23% rispetto all’anno prima). L’invoice trading si basa sulla cessione a investitori professionali di fatture commerciali a scadenza media di 3-4 mesi, che vengono spesso utilizzate come sottostante per operazioni di cartolarizzazione. Nell’ambito dei vari strumenti di finanza alternativa, questa formula è quindi salita in cima al podio annuale, sulla spinta della crisi da Covid-19 che ha incrementato il flusso delle richieste da parte della PMI per la necessità di liquidità immediata.
Resta sottodimensionato il campo del private equity e del venture capital, con cui investitori professionali sottoscrivono capitale di rischio di imprese non quotate per contribuire attivamente alla crescita dell’azienda in modo attivo, per poi ottenere una plusvalenza al momento dell’exit.
Per quanto riguarda il mercato borsistico, infine, il segmento AIM Italia – dedicato alle PMI – ha raggiunto nel 2019 la soglia di 132 società quotate, con una raccolta durante l’anno di 192.9 milioni in fase di IPO e 8.90 milioni in aumenti di capitale seasoned. Nel primo semestre, a causa dell’incertezza legata a Covid-19, si sono registrate solo 3 nuove quotazioni e una raccolta di 25 milioni.
Finanza alternativa: prospettive di crescita
Sulla scorta di vantaggi tangibili nei tempi e nei costi di accesso al capitale, in una fase delicata come quella attuale, l’Osservatorio del Politecnico prospetta una crescita del ricorso a strumenti di finanza alternativa, ad integrazione del credito bancario.
L’implementazione di PIR “alternativi”, che potranno portare nuove risorse disponibili per il venture capital, lo sviluppo di nuove formule digital, le garanzie pubbliche e gli incentivi da parte del legislatore dovrebbero creare un contesto favorevole all’offerta di nuove fonti di finanziamento per la crescita delle PMI. Ad esempio, dal credito d’imposta sul 50% delle spese di consulenza sostenute per la quotazione in Borsa ci si aspetta una crescita del ricorso a questo canale da parte delle PMI.
Certamente la diversificazione delle fonti di credito può offrire innumerevoli opportunità per generare liquidità per il consolidamento e la crescita delle imprese. I professionisti di A1 Corporate 4.0 sono a disposizione per accompagnare le PMI ad orientarsi verso le fonti di credito più efficaci per il proprio modello di business.