L’emergenza Covid ha fatto emergere la vulnerabilità delle imprese a fattori esogeni che possono minarne la continuità produttiva e, nel peggiore dei casi, l’esistenza stessa.
Emblematico è il caso del cyber-risk. Il ricorso agli strumenti digitali in ambito lavorativo ha consentito, da una parte, di non bloccare le attività nonostante il lockdown, ma, dall’altra, ha accresciuto esponenzialmente la possibilità di incorrere in perdite economico-finanziarie causate da eventi accidentali o azioni dolose rivolte al sistema informatico.
Il mantenimento dello smart-working fino alla fine dell’epidemia e la progressiva digitalizzazione di processi e prodotti, cuore della Transizione 4.0, porteranno le aziende a confrontarsi costantemente non solo con le opportunità, ma anche con i rischi delle nuove tecnologie.
Business Interruption: non solo Cyber Risk
Secondo il report Allianz Risk Barometer 2021, la Business Interruption è al primo posto tra i rischi temuti dalle aziende, in base alle risposte date da da ben 2.769 esperti tra cui CEO, risk manager, broker e agenti assicurativi, provenienti da oltre 92 Paesi.
Il rischio informatico è una delle possibili cause dell’interruzione di attività, ma non l’unica. La pandemia lo ha dimostrato. Una minaccia globale alla salute della popolazione non resta circoscritta al solo ambito sanitario, ma impatta anche sulle aziende, che pagano le conseguenze della ridotta mobilità, del blocco degli scambi commerciali con l’estero, del calo dei consumi.
Ci sono poi altre cause di Business Interruption, come le catastrofi naturali che possono interessare direttamente l’azienda o il territorio in cui essa opera, o come eventi imprevedibili quali incendi o esplosioni.
Tra le possibili cause di interruzione dell’attività va annoverata anche la perdita di competenze laddove persone chiave non possano più proseguire l’attività lavorativa.
Tutto questo può provocare il rallentamento o il blocco totale dell’attività con conseguenze in termini di perdita di fatturato, interruzione dei rapporti con fornitori, perdita di quote di mercato. Come possono difendersi le imprese?
La copertura assicurativa contro la Business Interruption
Il mondo assicurativo ha da tempo colto l’importanza di garantire la continuità aziendale, strutturando delle coperture per la gestione dei “fattori di rischio” che consentano alle imprese di essere risarcite delle perdite. Esistono, infatti, delle soluzioni specifiche per singoli rischi, dalle polizze Key Man per le risorse chiave a quelle di tutela dai danni causati da calamità naturali o eventi imprevedibili come gli incendi, fino al cyber-risk.
Non sono molte le imprese che ne beneficiano. Secondo l’ultima analisi di Cerved, pubblicata a giugno del 2020, solo il 3% delle PMI risulta assicurato in modo specifico contro il rischio di Business Interruption. Una percentuale molto bassa, che rappresenta un problema per tutto il sistema Paese, visto che aziende e PMI sono il motore economico dell’Italia.
Forte di questa consapevolezza, A1 Corporate 4.0 ha fatto della Tutela d’Impresa uno dei pilastri della sua attività, ben prima di Covid-19. Le aziende e le Pmi possono contare sui professionisti di A1 Corporate 4.0 per analizzare le proprie scoperture ed individuare le soluzioni più adeguate alle proprie esigenze per garantire la continuità d’impresa.