Dall’adozione di fonti alternative per la produzione di energia ad un cambio radicale negli stessi prodotti con la riduzione degli imballaggi, le aziende stanno dimostrando di essere pronte ad affrontare, con responsabilità, la grande sfida della sostenibilità.
Allo stesso tempo, tuttavia, quello che viene realizzato non sempre viene adeguatamente comunicato, neanche attraverso gli strumenti che la norma prevede, quali bilanci e rendicontazioni ambientali e di sostenibilità.
Un gap che per le aziende, soprattutto le PMI, è importante colmare perché sempre di più le scelte dei consumatori e degli investitori saranno orientate proprio dall’approccio alla sostenibilità di produttori e fornitori di servizi.
Imprese: 7 su 10 hanno adottato comportamenti sostenibili
Secondo l’ultimo report pubblicato dall’Istat “Sostenibilità nelle imprese: aspetti ambientali e sociali”, nel 2018 si sono registrate 712 mila aziende, pari al 68,9% di quelle con 3 e più addetti, impegnate a migliorare il benessere lavorativo del personale. Inoltre, il 66,6% (688 mila aziende) si sono impegnate per ridurre l’impatto ambientale delle attività ed il 64,8% (670 mila) hanno implementato il livello di sicurezza in azienda o nel territorio in cui operano.
Inoltre, quasi un terzo (31,3%) sostiene o realizza iniziative di interesse collettivo esterne all’impresa.
Nel complesso, tra il 2016 ed il 2018 l’84,3% delle imprese ha portato a termine almeno una azione di sostenibilità sociale e il 75,8% ha realizzato almeno una azione di sostenibilità ambientale.
La tendenza registrata dall’Istat prosegue anche dopo Covid-19. La sostenibilità è anzi individuata come uno dei principali mega-trend a cui la pandemia ha dato un’accelerazione, perché ha reso evidente il rapporto tra ambiente, salute ed economia e la ripercussione su scala globale di eventi che nascono in contesti circoscritti.
Lo stesso Next Generation EU è orientato a sostenere la crescita sostenibile, indicando la strada che le aziende devono seguire per continuare a mantenere la propria competitività.
Comunicare la sostenibilità con le rendicontazioni finanziarie
Nello stesso report, l’Istat certifica che i comportamenti virtuosi nella maggior parte dei casi non si traducono in disclosure di informazioni non finanziarie.
Nel triennio 2016-2018, la valutazione delle iniziative di sostenibilità ambientale è stata praticata dal 13% delle imprese (quasi 50% nelle grandi). Il 12,4% delle imprese ha acquisito certificazioni ambientali volontarie di prodotto o di processo. Si tratta di una pratica nettamente più diffusa nelle grandi imprese (57%), in taluni casi soggette a obblighi normativi, e in quelle di medie dimensioni (39,1%), che non nelle piccole (19%) o nelle microimprese (9,7%).
Meno del 4% delle imprese, infine, ha redatto bilanci e rendicontazioni ambientali e di sostenibilità. Tra le grandi imprese, la percentuale sale al 30,8%, grazie alla direttiva europea 2014/95/UE che rende la comunicazione di informazioni di carattere non finanziario obbligatoria per le imprese di interesse pubblico di grandi dimensioni.
Resta invece volontaria per le Pmi che, tuttavia, non hanno ancora consolidato l’attitudine a mettere nero su bianco le azioni sostenibili, valorizzandole anche a livello di bilancio.
Eppure, la valutazione e la comunicazione delle prestazioni ambientali sono un importante momento di verifica e di consolidamento della reputazione aziendale di cui le Pmi possono beneficiare, che aiutano anche a consolidare le relazioni territoriali e quelle con i fornitori, soprattutto per le aziende della supply chain (catena di fornitori).
A1 Corporate 4.0 è al fianco delle imprese che vogliono cogliere l’opportunità di tradurre le azioni concrete per la sostenibilità in strumenti comunicativi in grado portare la conoscenza delle buone prassi anche al di fuori dell’azienda, per accrescere la propria reputazione sia verso i potenziali clienti che verso gli investitori.