Incentivi sotto forma di credito d’imposta per gli aumenti di capitale effettuati dalle imprese. Con il programma “Pari Passu”, avviato con il Decreto Rilancio, sono stati creati gli strumenti per sostenere la patrimonializzazione delle imprese.
L’emergenza Covid, con le sue conseguenze sul mondo economico, ha messo in evidenza, infatti, come le imprese più patrimonializzate abbiano resistito meglio agli urti legati a lunghi periodi di chiusura forzata, al crollo della domanda, al rischio di liquidità.
Patrimonializzazione: perché conviene
La sotto-patrimonializzazione è uno dei problemi cronici delle imprese italiane. Secondo le stime di Banca d’Italia, il 12% delle imprese è a rischio di sotto-patrimonializzazione, mentre le analisi di Cerved rilevano che un 6% è addirittura a rischio di insolvenza nel 2021.
Già in uno scenario “normale”, non inasprito dalla pandemia, la necessità di finanziare spese ed investimenti ricorrendo a fonti esterne può rappresentare un vincolo allo sviluppo. Investire nella crescita dell’impresa richiede, infatti, la disponibilità di un “polmone finanziario”. Se questo non è nelle disponibilità dirette dell’azienda, vuol dire che è soggetto alle decisioni delle banche creditrici di attivare, o meno, operazioni di finanza straordinaria. Tuttavia, l’espansione aziendale basata sul continuo ricorso all’indebitamento può portare l’impresa in un’area di rischio a causa di un rapporto di indebitamento eccessivo.
La possibilità di ricorrere a nuovi mezzi propri, invece, consente di sostenere l’ampliamento rispettando l’equilibrio patrimoniale.
In un momento storico come quello che stiamo vivendo, il rischio di una scarsa patrimonializzazione non è più solo di compromettere la crescita dell’azienda o della PMI, ma la sua stessa sopravvivenza, nonché la possibilità di gettare delle basi solide per la ripresa.
Gli incentivi per la patrimonializzazione di imprese e PMI
L’importanza della patrimonializzazione per affrontare uno scenario ancora molto incerto a causa dell’emergenza sanitaria ha spinto il Governo, col decreto Rilancio, ad istituire il “Fondo PAtrimoni PMI”, con una dotazione iniziale di 4 miliardi, in gestione ad Invitalia.
La misura è destinata a società di capitali o cooperative con sede legale in Italia, con ricavi compresi tra 5 e 50 milioni di euro, e che abbiano subito una riduzione complessiva dei ricavi nei mesi di marzo e aprile 2020 pari ad almeno il 33% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e che per questo abbiano deliberato ed eseguito un aumento di capitale, dopo l’entrata in vigore del decreto Rilancio, il 19 maggio 2020, ed entro il 31 dicembre 2020.
L’incentivo prevede:
- un credito di imposta del 20% della somma investita, con un investimento fino ai 2 milioni di euro e partecipazione posseduta fino al 31 dicembre 2023, per chi effettua conferimenti in denaro in esecuzione di un aumento di capitale, in una o più società;
- un ulteriore credito pari al 50% delle perdite eccedenti il 10% del patrimonio netto, fino a concorrenza del 30% dell’aumento di capitale stesso.
Il “Fondo Patrimonio Pmi” farà da co-investitore, sottoscrivendoobbligazioni o titoli di debito di imprese con ricavi superiori a 10 milioni che effettuano un aumento di capitale non inferiore ai 250.000 euro.
Secondo quanto spiegato dal Ministero dello Sviluppo Economico, il finanziamento deve essere destinato ad investimenti, capitale circolante e costi del personale.
Il focus, in particolare, è sugli investimenti destinati alla sostenibilità ambientale o all’innovazione tecnologica, oltre che a fronte del mantenimento dei livelli occupazionali.
Tra i benefici, non c’è solo il rafforzamento della struttura patrimoniale delle Pmi, grazie all’apporto dei capitali privati e all’effetto amplificativo del prestito statale, ma anche l’immediata liquidità disponibile per le aziende.
A1 Corporate 4.0, con i suoi professionisti, sostiene le PMI ed imprese che vogliano intraprendere percorsi di patrimonializzazione, per generare liquidità, recuperare quote di mercato e consolidare la crescita.