Ritorno ai livelli produttivi pre-pandemia nella seconda metà del 2021. Questa l’aspettativa per i distretti industriali, secondo il rapporto annuale dedicato da Intesa Sanpaolo all’evoluzione economica e finanziaria delle imprese distrettuali.
Nonostante il calo del fatturato del 12,2% registrato nel 2020, per il 2021 si prevede un rimbalzo dei livelli produttivi con un incremento dell’11,8%. Rispetto al 2019, a livello aggregato resterà un gap del -3%, per effetto soprattutto delle difficoltà in determinati settori, come quello della moda, che ancora sconta il peso delle restrizioni anti-Covid.
Si tratta, comunque, di una reazione più che significativa, se si considera che nel 2020 il 25,2% delle imprese aveva avuto una marginalità negativa, che è stata compensata dalla migliore capitalizzazione e dalla liquidità.
Il valore aggiunto nelle filiere distrettuali
Il recupero nei circa 200 distretti industriali italiani è una buona notizia per tutto il tessuto produttivo nazionale, che può contare su un volano importante, anche considerando che le imprese distrettuali rappresentano il 65% di addetti e fatturato della filiera del lusso Made in Italy.
Ma come mai per i distretti industriali si registra una ripresa più rapida ed incisiva rispetto ad imprese non distrettuali?
La risposta la si trova nelle caratteristiche stesse di queste filiere, agglomerati di industrie di piccola e media dimensione, concentrate in un’area geografica e accomunate da una specializzazione in un settore, come il distretto dell’automotive in Emilia Romagna o quello tessile di Prato. Normalmente l’organizzazione prevede un “capo-cordata” che si relaziona con fornitori locali altamente specializzati e pronti ad innovarsi per accompagnare l’evoluzione dell’azienda leader della filiera.
La vicinanza geografica permette una rapida circolazione del know-how, oltre che di una identità comune che consente di cooperare nell’ottica di interesse del distretto, oltre che di propria redditività. La “filiera corta” favorisce, anche nei momenti di crisi, la circolazione di risorse umane e di merci.
Il Rapporto di Intesa Sanpaolo evidenzia poi che nei distretti sono presenti vantaggi di costo: l’abbondante offerta presente nei distretti si traduce infatti in un grado di dipendenza contenuto da fornitori e costi di approvvigionamento. Non a caso nei distretti, il 47% dei nuovi fornitori attivati durante la pandemia (pari al 19% in quantità e al 7,6% in valori, nei primi nove mesi del 2020) sono locali (entro i 50 Km) e hanno spesso sostituito forniture strategiche di prossimità.
L’effetto netto è stato un lieve allungamento delle filiere distrettuali, che tuttavia mostrano distanze di approvvigionamento significativamente inferiori rispetto alle aree non distrettuali (116 Km contro 157).
Distretti motore di innovazione e sostenibilità
Per mantenere competitività a livello nazionale e globale, i distretti industriali stanno puntando su innovazione, export, investimenti esteri e sostenibilità, sapendo di poter contare sulla capacità di mettere a fattor comune ogni cambiamento, in un equilibrio virtuoso tra collaborazione e competizione.
Per dare qualche numero che consente di inquadrare il fenomeno, su 100 imprese distrettuali ci sono 73 domande di brevetto europeo, contro le 50 delle altre aziende.
Il 75% inoltre esporta, contro il 53% delle “altre” ed il 28% ha avviato investimenti esteri diretti contro una media del 17,6%.
Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, i brevetti legati all’ambiente sono più che raddoppiati in un ventennio.
Anche nell’ambito della trasformazione digitale, l’innovazione viaggia a velocità doppia nei distretti, sia nel campo dei processi produttivi che della logistica, nell’e-commerce e nel marketing online.
I distretti rappresentano un modello, da implementare adattando alla propria realtà i loro punti di forza.
A1 Corporate 4.0, grazie alla professionalità dei suoi consulenti, è al fianco delle imprese che vogliano innovare, anche attraverso cambiamenti organizzativi che possano prendere spunto dalle best practice e creare nuove opportunità per incrementare la produttività e generare liquidità.