Il Piano Transizione 4.0 è la nuova politica industriale del Paese, più inclusiva e attenta alla sostenibilità, che prevede una maggiore attenzione all’innovazione, agli investimenti green e per le attività di design e ideazione estetica.
L’obiettivo di Transizione 4.0, rafforzato dalla Manovra 2021 con circa 24 miliardi di euro agganciati al Recovery plan, è favorire e accompagnare le imprese nel processo di transizione tecnologica e di sostenibilità ambientale, rilanciando il ciclo degli investimenti penalizzato dall’emergenza legata al COVID-19.
Da quando è stato presentato ufficialmente, a giugno 2020, il piano ha visto una serie di modifiche che hanno nel tempo ampliato le garanzie per le imprese che investono. Accompagnare le aziende, grandi e PMI, verso lo sviluppo di tutto il loro potenziale, del resto, richiede un lavoro continuo, di monitoraggio ed eventuali modifiche delle regole previste, in modo da aprire nuove opportunità per le stesse imprese, anche alla luce delle risorse che arrivano dall’Europa.
In questo contesto vanno lette anche le novità previste dal Decreto Sostegni Bis per Transizione 4.0.
Credito d’imposta: come cambia per gli investimenti in beni strumentali
Il Decreto Imprese, lavoro, giovani, salute e servizi territoriali (dl 73-2021), noto anche come Sostegni bis, ha ampliato la platea di imprese che potranno recuperare velocemente il credito d’imposta per beni strumentali materiali non 4.0 prevista dalla Manovra 2021.
La legge di Bilancio 2021 stabilisce, infatti, che per questi investimenti effettuati a partire dal 16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2021, il credito d’imposta spettante ai soggetti con un volume di ricavi o compensi inferiori a 5 milioni di euro è utilizzabile in compensazione in un’unica quota annuale.
Con la modifica introdotta dal dl Sostegni bis ora anche le aziende con un volume di ricavi o compensi superiori a 5 milioni di euro potranno utilizzare in compensazione in un’unica quota annuale, invece che in 3 anni, il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali non 4.0. Si tratta di una modifica importante, perché consente l’accesso alla liquidità anche da parte delle aziende più grandi, che spesso svolgono un ruolo di traino nei confronti dell’intera filiera o del distretto di riferimento.
Restano invariate le percentuali che, per il 2021, sono:
- 10% per gli investimenti fino a un limite di 2 milioni di euro per i beni materiali e fino a un limite di un milione di euro per i beni immateriali;
- 15% per gli investimenti in beni strumentali, sia materiali sia immateriali, destinati all’organizzazione di forme di lavoro agile effettuati nel medesimo periodo.
Dal 1° gennaio 2022, il credito d’imposta scenderà invece al 6%.
Transizione 4.0: il futuro inizia ora
Secondo il Digital Economy and Society Index, l’Italia è quartultima in Europa per connettività, uso dei servizi Internet da parte dei cittadini, integrazione digitale da parte delle aziende, digitalizzazione dei servizi pubblici.
Durante la pandemia, il settore manifatturiero, che è asse portante del Made in Italy, ha retto bene, tanto che il Purchase Managers’ Index della manifattura ha registrato una crescita costante negli ultimi 8 mesi, ma per fare il salto di qualità è necessario un impulso maggiore alla digitalizzazione.
Proprio a questo punta Transizione 4.0, che, con le misure “choc” del credito d’imposta per il 2021 e la possibilità di beneficiare del credito in un’unica soluzione, punta ad accompagnare le imprese nello sviluppo digitale: un obiettivo su cui arriveranno anche molte risorse da Next Generation EU ed al PNRR del Governo italiano.
Non siamo all’anno zero: secondo il report “Industria 4.0 Survey 2021” di The Innovation Group e Contact Value, l’81% delle aziende ha già qualche iniziativa in merito ed il 59% ha avviato almeno un progetto.
Tuttavia, acquistare tecnologie non è sufficiente per fare un passo verso la digitalizzazione. A monte ci deve essere un cambiamento di paradigma che comporta l’integrazione in chiave digitale di tutti i settori dell’azienda (analisi del mercato, progettazione, produzione, logistica, marketing, comunicazione, post vendita) in un flusso costante di dati che collega macchinari, persone e sistemi.
A1 Corporate 4.0 è impegnata su questo fronte per affiancare aziende, PMI e professionisti in questo cambio di paradigma, per cogliere le opportunità del 4.0 che possano aiutare a generare liquidità e crescita.