Dopo aver segnato una contrazione del -35% lo scorso anno, a causa delle misure di contenimento della diffusione del virus, gli scambi commerciali internazionali voltano pagina rispetto ai mesi del 2020.
Secondo il Rapporto Export 2021 “Ritorno al futuro: anatomia di una ripresa post-pandemica” elaborato da Sace, società del gruppo Cassa Depositi e Prestiti, per l’anno in corso è prevista una crescita delle esportazioni dell’11,3% rispetto al 2020, con l’export che toccherà quota 482 miliardi di euro tornando ai livelli pre-Covid.
La corsa proseguirà nel 2022, quando si stima un incremento del +5,4% e si assesterà su una crescita del 4% in media nel biennio successivo. Un ritmo nettamente superiore al tasso pre-crisi, se pensiamo che la media annua tra il 2021 ed il 2019 è stata pari al +3,1%: nel 2024 si stima che le esportazioni di beni arriverà a raggiungere il valore di 550 miliardi di euro.
Tuttavia, il dato generale nasconde una forte eterogeneità, che le aziende devono conoscere per poter elaborare strategie efficienti per agganciare la ripresa dell’export.
Esportazioni a più velocità: la fotografia per settore
Secondo il rapporto Sace, continuerà ad essere positiva la dinamica sull’agroalimentare, che meno è stato colpito nel 2020 grazie al consumo domestico e che, nel 2021, può contare sulla ripartenza del canale legato all’ospitalità.
Ci si aspetta maggiore fatica nella ripartenza di beni di consumo che hanno subito il calo più marcato nel 2020 a causa dell’elevata incertezza che ha indotto le famiglie ad una maggiore propensione al risparmio. Secondo l’ufficio studi Sace, quest’anno non riusciranno ancora a recuperare pienamente, complici le persistenti difficoltà del tessile e abbigliamento.
La domanda anche estera di apparecchi elettrici e meccanica strumentale manterrà invece una quota preponderante sull’export italiano, grazie anche ai piani di rilancio varati da diversi partner commerciali. Buone le prospettive anche dell’automotive, grazie soprattutto all’impulso green.
Favorevole inoltre lo scenario per alcuni beni intermedi, come metalli, gomma e plastica, e per la chimica, trainata dalla farmaceutica.
Mercati esteri: chi ha ripreso a crescere?
Per quanto riguarda i mercati di destinazione, l’individuazione di opportunità offerte ai partner commerciali è legata alla piena ripresa dei Paesi esteri rispetto alla crisi generata da COVID.
In base alla capacità di gestione della pandemia, oltre che alle caratteristiche strutturali delle singole economie, si registrano differenze nella ripresa dei singoli Paesi, potenziali importatori di beni e servizi made in Italy.
In particolare, secondo il rapporto Sace, ci si aspetta una piena ripresa dell’export in alcuni Paesi strategici, che figurano anche nella lista della Cabina di Regia per l’internazionalizzazione: parliamo di Stati Uniti, Germania, Svizzera, Cina, ma anche Polonia, Emirati Arabi Uniti, ed alcuni mercati dell’Asia-Pacifico, dove l’economia ha ripreso a crescere.
Ancora incompiuto, invece, il recupero dei valori pre-crisi in Stati come Regno Unito, Spagna, Turchia, Messico, India, Sudafrica e Thailandia, anche se mostrano buone prospettive di crescita in un orizzonte temporale più ampio rispetto al 2021.
Maggiori criticità nella ripresa si riscontrano, infine, nell’export verso quei mercati che scontano, in alcuni casi, fragilità economiche e politiche, in altri, gli effetti depressivi della domanda derivanti dalla pandemia, come Romania, Grecia, Argentina e Sri Lanka.
PMI, come cogliere le opportunità di crescita
Le dinamiche estremamente differenziate tra settori e Paesi possibili destinatari delle esportazioni impongono alle imprese, aziende grandi e PMI, una attenta riflessione per strutturare dei piani commerciali mirati ed efficienti strategie di internazionalizzazione.
Non solo: dal PNRR possono arrivare risorse importanti per incrementare la competitività delle imprese italiane all’estero.
Dalla capacità di “leggere” le divergenze settoriali e geografiche della ripresa degli scambi commerciali e di cogliere le opportunità in arrivo dal PNRR può dipendere la crescita dell’export di aziende e PMI, che si trovano così ad un punto di svolta: rafforzare la propria presenza all’estero o restare indietro rispetto agli altri.
A1 Corporate 4.0 può offrire un doppio supporto alle imprese, anche PMI, in questa delicata partita, operando come un vero e proprio Export Manager in grado di formulare una strategia di ampio respiro Inoltre, grazie ai suoi professionisti, affianca le imprese nell’individuazione delle opportunità di accesso a finanziamenti, credito, progetti derivanti dal PNRR.