Negli ultimi anni si è assistito ad un progressivo ampliamento delle fonti di finanziamento delle PMI, rispetto alla predominanza del credito bancario quale unico strumento a sostegno degli investimenti.
A livello europeo, le piccole e medie imprese soddisfano oggi il 16,8% delle loro necessità finanziarie tramite i mercati, percentuale cresciuta rispetto al 12,8% del 2016.
Per l’Italia, il trend degli ultimi anni è stato ancora più rapido: se nel 2016 solo il 6,2% del capitale arrivava tramite i mercati finanziari, nel 2021 si è arrivati al 12,3% della copertura grazie a fonti alternative al credito bancario.
Rispetto a Paesi come il Regno Unito, dove più di un terzo del capitale arriva alle PMI tramite strumenti del mercato finanziario, si tratta di percentuali ancora basse, ma la rapidità con cui stanno aumentando è una vera e propria novità rispetto agli anni precedenti.
Cosa succederà ora con COVID?
Il credito alle PMI dopo COVID
Secondo l’ultimo report realizzato da AFME (Association for Financial Markets in Europe) con PWC, in Europa c’è tuttora una carenza di capitali molto elevata, sebbene in calo rispetto al picco pandemico.
Lo studio stima che la pandemia abbia lasciato un buco patrimoniale nelle imprese europee tra i 450 ed i 600 miliardi di euro. Nella fase graduale di riduzione delle misure di sostegno statale, si dovrà dunque cercare di colmare questo gap per evitare di lasciare sguarnite le Piccole e medie imprese, in un momento cruciale come quello della ripresa.
Il problema, come evidenziato dallo studio, è che le imprese piccole e a media capitalizzazione non hanno accesso ai mercati finanziari con la stessa facilità delle imprese più grandi, mentre dall’altro spesso gli azionisti di riferimento non intendono perdere il controllo della propria azienda anche se sono disposti a pagare un sovrapprezzo per salvare l’azienda senza essere diluiti.
La proposta rivolta da Afme alle istituzioni europee è quella di sviluppare un mercato efficiente di strumenti ibridi, particolari titoli finanziari che rafforzano le imprese come se fossero azioni, ma che non hanno l’effetto collaterale indigesto agli azionisti della diluizione.
Questo potrebbe salvare le imprese che presentano un grado pericoloso di debolezza patrimoniale, con strumenti finanziari poco invasivi.
PMI, le opportunità dai mercati finanziari
Per sostenere le imprese nella transizione ecologica e digitale, l’apporto di capitali a sostegno degli investimenti sarà fondamentale.
Non è escluso che la proposta di Afme possa essere accolta. Alcuni Stati, come Francia, Spagna ed Olanda, si stanno già attrezzando per muoversi nella direzione indicata dall’associazione. Considerando che sempre più l’Europa sta lavorando per uniformare il mercato dei capitali, potrebbe effettivamente nascere un sistema unico europeo per favorire l’accesso al credito delle PMI tramite gli strumenti ibridi.
In Italia, non va sottovalutata la grande opportunità aperta con i PIR, Piani Individuali di Risparmio che consentono di “traghettare” la grande mole di risparmio privato verso le Piccole e Medie Imprese.
Queste ultime, da parte loro, devono attrezzarsi per cogliere al meglio le opportunità esistenti e future che possono derivare dallo sviluppo di un mercato dei capitali sempre più vivace.
A1 Corporate 4.0 è al fianco delle imprese che vogliano conoscere e valutare le possibilità di finanziamento alternative al credito bancario, strutturando percorsi ottimali per accedervi, generando nuova liquidità.