Nel 2020, con la pandemia in corso ed il lockdown come unico strumento a disposizione per contenere i contagi, sarebbe stato difficile prevedere che l’Italia avrebbe conosciuto una crescita economica tra le più interessanti d’Europa.
Eppure è proprio ciò che è successo. Secondo i dati forniti da Banca d’Italia, il 2021 si chiude, infatti, con una crescita del Pil del 6,3%, al di sopra della stima del +6% fatta dal Governo a settembre e del +5,1% previsto dalla stessa Banca d’Italia a luglio scorso.
Positive anche le previsioni per il 2022, anno per cui si stima una crescita del +4% che proseguirà anche negli anni successivi, a ritmi più contenuti ma comunque superiore ai dati degli anni pre-Covid e a quelli degli altri Paesi dell’Eurozona.
Piccole e Medie Imprese, il 70% prevede aumenti di fatturato
In un contesto generale di crescita, in cui si innesteranno i progetti strutturali sostenuti dai fondi del PNRR, cresce anche l’ottimismo delle PMI, che costituiscono il tessuto produttivo ed economico italiano.
Secondo l’ultimo Market Watch PMI, elaborato dall’Ufficio Studi di Banca Ifis con Format Research, un’impresa su due si aspetta un generale miglioramento della propria condizione economica tra il 2022 e il 2023.
La crescita della domanda interna porta il 69% delle PMI a prevedere una stima una crescita dei ricavi e ben il 70% ad aspettarsi un aumento delle esportazioni, con punte soprattutto nei comparti di meccanica e chimica-farmaceutica. Per la prima volta, segnali positivi arrivano anche dal settore delle costruzioni, che ha patito più a lungo le conseguenze della grande crisi del 2008 e del 2012.
Il sentiment positivo degli imprenditori è influenzato non solo dall’andamento generale dell’economia ma, come si diceva, anche dalle prospettive aperte dal PNRR. Ben il 54% delle Pmi ipotizza infatti un impatto positivo sull’intero sistema economico del Paese.
Innovazione e sostenibilità: le chiavi della crescita
In questo clima, le PMI scommettono sul domani, puntando sulla qualità dei prodotti, anche in chiave sostenibile. Secondo il rapporto, il 40% degli intervistati ha indicato come priorità la qualità del prodotto, per il 33% sarà necessario ampliare la gamma dei prodotti e servizi, un 27% agirà sul pricing, il 19% si affiderà alla leva del marketing, il 14% punterà sulla sostenibilità.
Sintetizzando, innovazione e sostenibilità di prodotto e processo sono i pilastri delle nuove strategie di crescita che le PMI intendono adottare (se non lo hanno già fatto) per agganciare il treno della ripresa e le opportunità che arriveranno grazie anche ai fondi del PNRR.
La pandemia è stata già un banco di prova, sotto questo punto di vista: le realtà che, infatti, sono riuscite a innovare, soprattutto attraverso il digitale, e a puntare sulla sostenibilità sono quelle che si sono dimostrate più resilienti durante il periodo più buio di COVID, riuscendo a mantenere quote di mercato e a intercettare liquidità.
Non è però semplice individuare la strategia più efficiente per fare innovazione e sostenibilità, soprattutto se questo presuppone un cambio radicale di processi e prodotti. Alla base ci deve essere una pianificazione, per individuare la strada più in linea con la propria realtà aziendale e con gli obiettivi che si vogliono raggiungere.
Solo con una corretta analisi dei bisogni si possono individuare le opportunità messe a disposizione dalle nuove tecnologie e dai finanziamenti per concretizzare la strategia individuata.
Come farla in modo efficiente? A1 Corporate 4.0 mette a disposizione i suoi Advisor proprio per affiancare le imprese nel lavoro di pianificazione finalizzato a mantenere la competitività e generare liquidità per crescere.