Accrescere la competitività delle imprese è uno degli obiettivi della legge di Bilancio 2022, approvata in via definitiva dal Parlamento il 30 dicembre.
Sono diverse le misure introdotte per sostenere il sistema produttivo del Paese, dopo un 2021 positivo, che si è chiuso con una crescita del PIL del 6,3%: dagli investimenti legati alla transizione digitale e green alle norme antidelocalizzazioni che puntano a tutelare i lavoratori senza penalizzare gli imprenditori fino agli interventi sul caro bollette, che dovrebbero essere potenziati da ulteriori agevolazioni.
Si tratta di misure con cui si punta a supportare le imprese nelle sfide che devono affrontare in questi anni a partire dalla trasformazione digitale e green dei processi produttivi.
Manovra 2022: le principali misure per aziende e PMI
Una delle principali novità della Legge di Bilancio 2022 è l’istituzione al Ministero dello Sviluppo Economico del Fondo per la transizione industriale con una dotazione di 150 milioni di euro dal 2022, che ha l’obiettivo di favorire l’adeguamento del sistema produttivo nazionale alle politiche europee in materia di lotta ai cambiamenti climatici attraverso agevolazioni alle imprese finalizzate alla realizzazione di investimenti per l’efficientamento energetico, per il riutilizzo e l’impiego produttivo di materie prime e di materie riciclate.
In ottica di favorire la competitività, sono stati inoltre rifinanziati alcuni incentivi molto apprezzati dalle imprese.
Tra questi, 450 milioni di euro sono andati ai Contratti di Sviluppo, il principale strumento agevolativo dedicato a sostenere programmi di investimento produttivi strategici ed innovativi di grandi dimensioni. Nella stessa direzione va anche la modifica della misura agevolativa Patent box, regime opzionale di tassazione agevolata per i redditi derivanti dall’utilizzo di software protetto da copyright, di brevetti industriali, di disegni e modelli, nonché di processi, formule e informazioni relativi a esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili. L’incentivo passa dal 90% al 110%, per brevetti e beni comunque giuridicamente tutelati. Viene inoltre eliminato il divieto di cumulo tra il Patent box e il credito d’imposta per ricerca e sviluppo.
Rifinanziati anche la Nuova Sabatini (900 milioni di euro ulteriori dal 2022 al 2026), che consente alle PMI di abbattere i costi di investimento in beni strumentali e il Fondo di garanzia, istituito per favorire l’accesso delle piccole e medie imprese a fonti di finanziamento attraverso la concessione di una garanzia pubblica (incremento complessivo di ulteriori 3 miliardi fino al 2027).
È stato prorogato a fine 2022 il credito d’imposta pari al 50% delle spese di consulenza per le piccole e medie imprese che si collocano in Borsa in un paese dell’Unione europea, per un beneficio massimo di 200 mila euro. Questo strumento è particolarmente utile per le imprese che cercano soluzioni di accesso al credito alternative a quello bancario, tra cui anche i PIR.
La Legge di Bilancio 2022 prevede inoltre gli incentivi e le norme anti-delocalizzazioni. In sostanza, per le aziende in crisi è previsto un fondo di 100 milioni di euro per favorire il prepensionamento e la decontribuzione totale per chi assume a tempo indeterminato questi lavoratori. Sono inoltre previste agevolazioni per l’acquisto di immobili da imprese in crisi. La norma si applica alle imprese con più di 250 dipendenti che non risultano in crisi ma che decidono di chiudere una sede, licenziando più di 50 dipendenti.
Caro bollette, riduzione dei costi
Il nuovo anno si è aperto con la preoccupazione per l’aumento dell’energia, +55% per l’elettricità, +41,8% per il gas. Per contrastare il rincaro, la Legge di Bilancio ha previsto un contributo di 3,8 miliardi di euro più 1 miliardo per consentire piani di rateizzazione fino a 10 mesi delle bollette per i clienti domestici.
L’intervento non sarà risolutivo, perché si prevede che per supportare le imprese, soprattutto quelle energivore, sarebbero necessari almeno 20 miliardi di euro. Ulteriori provvedimenti dovrebbero essere presi dal Governo, per sgravare il settore produttivo che altrimenti rischia di perdere competitività rispetto ai competitor internazionali.
Si attendono, dunque, ulteriori interventi in questo senso. La vicenda del “caro energia” testimonia, però, come questa variabile, che rappresenta una parte importante dei costi delle imprese, sia ancora estremamente esposta a variabili indipendenti dalle aziende stesse. Queste ultime, da parte loro, possono adottare alcuni interventi per ridurre a monte i consumi energetici, e di conseguenza la bolletta.
Gli Advisor di A1 Corporate sono al fianco delle imprese per ridurre il peso della bolletta ed, in generale, intercettare tutte le opportunità utili a generare liquidità per sostenere la crescita di aziende e PMI.