Creare e potenziare le competenze, incentivare la ricerca, avviare programmi di sviluppo e applicazione dell’Intelligenza Artificiale.
Questi gli obiettivi del Programma strategico pubblicato dal Ministero dello sviluppo economico (MISE), Ministero dell’università e della ricerca (MIUR) e Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale e approvato a dicembre 2021 dal Consiglio dei Ministri. In linea con la Strategia Europea, il Programma vuole potenziare il settore dell’IA, creando l’opportunità di crescita competitiva per le imprese e, di conseguenza, per l’intero Paese.
Come dichiarato dal Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, infatti, «con il Programma Strategico per l’Intelligenza Artificiale puntiamo a colmare il ritardo nello sviluppo e nell’adozione di soluzioni innovative in questo ambito tecnologico, dando nuovo impulso alla transizione digitale del nostro sistema produttivo».
Programma strategico, così sarà implementata l’Intelligenza Artificiale
Il Programma prevede 24 politiche da perseguire nel prossimo triennio, divise in 3 aree di intervento, 6 obiettivi e 11 settori produttivi.
La prima area di intervento è legata alle competenze. Il Programma strategico prevede interventi mirati ad aumentare il numero di dottorati e attrarre in Italia i migliori ricercatori, sia in ambito di ricerca fondamentale sia applicata. Al contempo, il programma include politiche per promuovere corsi e carriere nelle materie STEM e per rafforzare le competenze digitali e in Intelligenza Artificiale.
Seconda area è la ricerca. Per rafforzare la struttura dell’ecosistema di ricerca italiano nell’IA, si punta a favorire la collaborazione tra mondo accademico e della ricerca, industria, enti pubblici, società. Si punta, tra l’altro, alla creazione di nuove cattedre di ricerca sull’IA, a promuovere progetti per incentivare il rientro in Italia di professionisti del settore, a finanziare piattaforme per la condivisione di dati e software a livello nazionale.
Ultima sfida sono le applicazioni, ovvero politiche mirate ad ampliare l’applicazione dell’IA nelle industrie e nella PA. Le misure a favore delle imprese hanno lo scopo di supportare la Transizione 4.0, favorire la nascita e la crescita di imprese innovative dell’IA e supportarle nella sperimentazione e certificazione dei prodotti di IA.
Sei gli obiettivi: ricerca di base, coesione del settore di ricerca, sviluppo di un’IA antropocentrica e affidabile; innovazione e sviluppo dell’IA; sviluppo di politiche e servizi pubblici legati all’IA; formazione, attrazione e mantenimento dei ricercatori IA.
Tutti i settori dovranno essere coinvolti: industria e manifattura, scuola, agroalimentare, cultura e turismo, sanità, ambiente, sistema finanziario-assicurativo, pubblica amministrazione, città, sicurezza nazionale, tecnologie dell’informazione.
PMI, dall’Intelligenza Artificiale molte opportunità
Per ora, le imprese italiane, soprattutto PMI, scontano un certo ritardo rispetto a quelle europee, nell’applicazione di IA. Secondo il gruppo di lavoro sulla Strategia, l’adozione di soluzioni IA nel mercato italiano è ferma al 35% delle imprese, circa 8 punti percentuali in meno rispetto alla media UE.
Due i motivi principali che spiegano questo gap: da una parte, gli imprenditori italiani lamentano la mancanza di professionisti del settore IA, dall’altra la mancanza di fondi pubblici.
Il Programma strategico punta a risolvere il tema delle competenze, mentre per quanto riguarda i fondi pubblici la soluzione potrebbe arrivare dai 13 miliardi di euro previsti dal PNRR per la Transizione digitale, di cui l’IA rappresenta una parte importante.
Per le PMI si tratta di opportunità da cogliere per potere accrescere la propria competitività. L’Intelligenza Artificiale presenta diverse possibilità di applicazione: dall’automazione delle macchine all’analisi dei dati fino alla capacità predittiva.
A1 Corporate 4.0, con i suoi Corporate Advisor, affianca le imprese nella pianificazione di interventi per cogliere le opportunità che derivano dalla transizione digitale, individuare gli strumenti finanziari e le agevolazioni per sostenere gli investimenti, con l’obiettivo di generare liquidità.