Pagamenti elettronici, cloud e cybersecurity sono state le tecnologie più adottate dalle Pmi italiane che nel periodo 2018-2021 hanno “accelerato” il proprio processo di digitalizzazione. Lo rivela uno studio di Pid-Osserva, l’Osservatorio nazionale dei Punti Impresa Digitale istituiti dalle Camere di Commercio nell’ambito del Piano nazionale impresa 4.0.
La pandemia ha rappresentato certamente un trampolino di lancio verso una maggiore digitalizzazione, che ha consentito di conciliare esigenze di natura sanitaria con quelle lavorative. Sono state quasi 450.000 le imprese aiutate dai Pid delle Camere di Commercio in questo percorso di innovazione ed i risultati cominciano a vedersi, seppure con un divario geografico. Le imprese del Centro Nord hanno infatti una maturità digitale di 10 punti percentuali superiori a quelle del Sud: un gap che si potrà ridurre con il PNRR.
Il digitale per la continuità d’impresa
La necessità di restare operativi anche da remoto durante la pandemia ha portato molte imprese a dotarsi di tecnologie abilitanti proprio al mantenimento della comunicazione a distanza con dipendenti, clienti e fornitori.
La tecnologia più diffusa è stata quella relativa ai pagamenti mobili attraverso Internet, che nel 2020 si collocava al 3° posto e oggi viene utilizzata dal 41,3% delle imprese.
Al secondo posto si trova il cloud (era al 1° posto nel 2020) adottato dal 39,1% delle attività, mentre al terzo posto ci sono gli investimenti in cybersecurity, pari al 35,8% degli utilizzi.
Facendo il confronto con il periodo pre-pandemia, si nota che rispetto al 2018, le imprese che utilizzano il cloud e i pagamenti elettronici sono aumentate di 8 punti percentuali; quelle che si avvalgono di strumenti di cybersecurity e che hanno avviato un e-commerce di 9 punti percentuali.
In generale, secondo il report del PID, gli “esperti”, cioè coloro che applicano con successo i principi dell’Impresa 4.0, sono aumentati di oltre 7 punti percentuali, passando dal 9,78% del 2018 al 17% del 2021. Gli “specialisti”, che corrispondono a coloro che hanno digitalizzato buona parte dei processi, sono aumentati di 9 punti percentuali, salendo al 38,4% dal 29% di 4 anni fa, ma resta un 45% di PMI che usa solo strumenti digitali di base.
Il piano per la digitalizzazione: analisi, formazione, supporto agli investimenti
L’emergenza Covid ha portato ad una generale presa di coscienza sull’importanza della digitalizzazione anche nelle PMI, ma, come sempre accade nei momenti di difficoltà, il rischio è che gli investimenti vengano fatti più sull’onda emotiva che sulla base di un piano strategico complessivo, che guardi allo sviluppo di medio e lungo periodo.
Anche nella scelta delle tecnologie digitali da sviluppare in azienda, invece, è fondamentale la pianificazione di ampio respiro, che parta dall’analisi delle necessità e degli obiettivi della PMI, in relazione al settore di riferimento e alle potenzialità che il digitale consente di sviluppare.
Sulla base di questa pianificazione si possono individuare gli incentivi a sostegno degli investimenti, per sgravare l’impresa dei costi grazie ai fondi derivanti dal PNRR. Inoltre, la tecnologia da sola non basta a efficientare processi, prodotti e servizi, perché sono necessarie le competenze per utilizzarla al meglio.
La formazione diventa allora la leva per rendere abilitante la digitalizzazione, attraverso percorsi ad hoc che puntino a forgiare e consolidare le competenze 4.0.
A1 Corporate 4.0, grazie ai suoi Corporate Advisor, può fornire una consulenza strategica per le imprese che vogliono migliorare la propria maturità digitale, affiancandole nel percorso che va dalla progettazione all’individuazione di contributi per generare liquidità, fino alla formazione specifica per i propri dipendenti e collaboratori.