Misure per 8 miliardi di euro, di cui 5,5 per la cancellazione degli oneri di sistema e il taglio dell’Iva. Sono questi gli elementi principali del decreto Bollette in discussione alla Camera proprio questa settimana, che tradurrà in legge quanto previsto dal Governo e le modifiche che i parlamentari apporteranno al testo.
L’intervento si è reso necessario a causa dell’impennata dei prezzi dell’energia, iniziata già a fine 2021 come strascico dei lockdown dell’emergenza Covid e delle tensioni geopolitiche nell’Europa dell’Est, sfociate poi nella guerra in Ucraina.
La dipendenza energetica dell’Italia dal gas russo, di fatto, si sta traducendo in un’ipoteca sulla ripresa dell’economia del Paese (e dell’Europa in generale). Da qui, la necessità di intervenire con delle risorse per liberare liquidità per le aziende.
Cosa prevede il decreto Bollette
Secondo le stime del Ministero dell’Economia e della Finanza, i rincari della bolletta energetica per famiglie e imprese, con le misure già adottate dal Governo (5,3 miliardi nel 2021 e 14,7 miliardi per il primo semestre 2022), saranno ridotti nel primo semestre di almeno un quarto rispetto a uno scenario senza gli interventi del Governo.
La misura principale del nuovo decreto è lo stanziamento di circa 5,5 miliardi per fare fronte al caro energia con misure come la cancellazione degli oneri di sistema per le utenze domestiche per il secondo trimestre e il potenziamento del bonus sociale e di 3 miliardi a sostegno delle filiere produttive più in difficoltà in questa fase.
Sono previste inoltre liberalizzazioni per le rinnovabili e l’aumento della produzione di gas nazionale.
In base all’emendamento Energy release, approvato in Commissione Ambiente e Attività produttive della Camera, inoltre, il Gestore dei servizi energetici Gse comprerà energia dagli impianti rinnovabili con contratti di ritiro e vendita di lunga durata, pari ad almeno tre anni, e la destinerà con prezzi agevolati in priorità ai clienti industriali energivori, alle piccole e medie imprese e ai clienti localizzati in Sicilia e Sardegna. L’emendamento, come riportato dall’Ansa, ha “il fine di garantire la piena integrazione e remunerazione di medio termine degli investimenti in fonti rinnovabili nel mercato elettrico” e di “trasferire ai consumatori” i benefici di questa integrazione.
Per difendersi dal caro bolletta, occhio (anche) al PUN
In attesa di vedere i benefici degli interventi previsti per calmierare i prezzi e, soprattutto, della diversificazione delle fonti di approvvigionamento, aziende e PMI possono adottare strategie individuali per ridurre il peso del caro bolletta.
Come riporta il sito Energia-Luce.it, elemento fondamentale da monitorare è il PUN, acronimo di Prezzo Unico Nazionale, utilizzato per indicizzare molte offerte dell’energia elettrica, che a marzo è aumento del 45% rispetto al mese precedente.
Il PUN è il prezzo di riferimento italiano per l’energia elettrica sulla borsa italiana, basato sull’indice di scambio in borsa dell’Italian Power Exchange (IPEX). Il Gestore dei mercati energetici (GME) è l’ente nazionale che si occupa della gestione di questi scambi e si incarica anche della pubblicazione del prezzo PUN, su cui si basano poi le offerte degli operatori privati (al PUN viene aggiunta una quota definita “alfa”, guadagno per il fornitore del servizio).
I prezzi del PUN dell’ultimo anno hanno seguito i trend di tutta l’energia elettrica, che è aumentata per gli aumenti del prezzo del gas. Infatti in Italia, una buona parte della luce viene ancora generata attraverso il consumo del gas.
Monitorare quotidianamente questo indicatore aiuta le aziende e le PMI a individuare le offerte più adatte alla propria attività, selezionare le fasce orarie di produzione per minimizzare i costi, attuando così soluzioni per mitigare il costo complessivo della bolletta.
A1 Corporate 4.0 è al fianco delle imprese che vogliono efficientare i costi, attraverso la pianificazione di lungo periodo e l’individuazione di strategie per abbattere le spese e generare liquidità.