Il buon andamento di un’impresa è frutto di una serie di variabili che, come in un puzzle, si incastrano fra di loro, determinando il risultato finale. A tenere insieme tutte le variabili c’è la governance, ovvero l’insieme dei principi, delle regole e delle procedure che riguardano la gestione e il governo dell’impresa, che sia grande, PMI o micro impresa.
Quanto più la governance riesce a farsi interprete degli scenari in costante evoluzione, delle esigenze di chi lavora nell’impresa, delle aspettative del mercato di riferimento, tanto più riuscirà a ottenere performance positive per la propria attività.
Può sembrare un concetto ovvio, ma passare dalla teoria alla pratica è tutt’altro che semplice. Lo dimostra il fatto che, durante la pandemia di COVID, non tutte le imprese sono riuscite a mutare la propria governance in modo da adattarsi al contesto internazionale.
Chi lo ha fatto ha ottenuto, però, risultati migliori.
Governance: premiate le imprese che l’hanno adattata durante COVID
Il Report 2022 di Corporate Governance Lab della SDA Bocconi, realizzato con il contributo di PwC TLS, Banca Generali e NUO, si è focalizzato proprio sull’aspetto della governance, evidenziando che le imprese italiane che l’hanno modificata in un’ottica più evoluta e moderna hanno limitato i danni di COVID, mostrando una performance superiore.
Analizzando 5398 imprese italiane con fatturato sopra i 50 milioni di euro, la loro governance e l’assetto proprietario nel biennio 2018-2020, gli analisti hanno calcolato che nel 2020 la diversity del Cda è aumentata in 229 imprese, con l’introduzione di nuovi consiglieri esterni, mentre 377 imprese hanno separato le cariche di presidente e amministratore delegato e 251 sono passate a una leadership individuale.
Analizzando il rapporto tra l’Indice di Corporate Governance (ICG) e le performance, emerge che le aziende la cui governance si è evoluta hanno avuto un calo del fatturato del 6,8%, rispetto all’9,1% delle imprese che hanno avuto un peggioramento nella propria governance.
Inoltre, le imprese che hanno migliorato la governance hanno quasi il 15% in più di probabilità di pagare dividendi e il 7,4% di probabilità in meno di ricorrere a misure statali di sostegno.
La governance conta anche per le scelte di internazionalizzazione. Le imprese con indice ICG più elevato hanno il 2,22% di possibilità di essere presenti nei Paesi a basso rischio politico ma solo lo 0,86% in quelli ad alto rischio politico, mentre quelle con indice ICG hanno l’1,27% di probabilità di investire in Paesi a minor rischio, contro una probabilità quasi doppia (il 2,44%) di essere in Paesi più problematici, con ripercussioni sulla stabilità.
Infine, il 67% delle imprese con ICG alto ha una strategia ESG formalizzata, contro il 58% delle imprese con ICG basso.
Formazione chiave per gestire la complessità delle imprese
In un mondo sempre più complesso, non sempre è semplice riuscire a leggere i cambiamenti in corso e a individuare le soluzioni più adeguate al proprio caso.
Anche il processo di cambiamento della governance aziendale è frutto di una molteplicità di fattori che possono portare a soluzioni di maggiore o minore successo.
La formazione resta una delle chiavi più importanti per affrontare le trasformazioni e la complessità ad ogni livello, dai ruoli direzionali a quelli più operativi.
Percorsi formativi ad hoc, continuativi, consentono di restare aggiornati rispetto alle best practice globali, di anticipare i tempi a fronte di dinamiche in continua evoluzione e di riuscire ad individuare problemi e soluzioni in tempo per continuare a mantenere una performance elevata per la propria attività.
A1 Corporate opera quotidianamente su questo fronte, aiutando le imprese ad analizzare punti di forza e debolezza, anche in fatto di governance, e predisponendo percorsi formativi ad hoc, grazie ai suoi partner, che consentano di mantenere continuità di business e crescita delle performance.