Ammontano a 14 miliardi di euro le risorse mobilitate dal nuovo Decreto Aiuti del Governo per sostenere imprese e famiglie alle prese con gli effetti della crisi in Ucraina.
L’aumento dei costi dell’energia, iniziato già a fine a 2021, l’incremento dei prezzi delle materie prime e la difficoltà di approvvigionamento in alcuni settori cruciali come l’agricoltura, il rallentamento dei consumi, hanno generato in effetti una situazione di incertezza che mette a rischio la ripresa post-Covid.
Tale scenario è destinato a durare almeno fino a quando non si concluderà il conflitto in Ucraina. Da qui, l’interno del Consiglio dei ministri, che ha approvato il Decreto Aiuti, con cui sono stati potenziati e creati nuovi strumenti in materia di investimenti.
Decreto Aiuti: le misure previste per le PMI
Particolare attenzione è stata posta alle imprese che avevano relazioni con l’Ucraina, Russia e Bielorussia, e che risultano quindi colpite sia in termini di mancate esportazioni sia sui riflessi dei costi d’acquisto.
Per questo, per il 2022 è stato istituito un fondo da 200 milioni di euro per le imprese che hanno avuto ripercussioni economiche negative dalla guerra. I beneficiari potranno ricevere contributi a fondo perduto fino a 400 mila euro se negli ultimi due bilanci depositati almeno il 20% del fatturato è collegato a operazioni commerciali, compreso l’approvvigionamento di materie prime e semilavorati, con l’Ucraina, la Federazione russa e la Bielorussia.
Devono, inoltre, aver subito nel corso dell’ultimo trimestre un calo di fatturato di almeno il 30% rispetto all’analogo periodo del 2019.
Per facilitare gli investimenti, inoltre, sono state semplificate le procedure amministrative per l’adozione di investimenti di rilievo strategico per il sistema produttivo nazionale di valore superiore ai 50 milioni di euro.
Per favorire l’attrazione di investimenti esteri e la rilocalizzazione delle imprese (reshoring) in Italia e in Europa, sono stati stanziati 5 milioni di euro l’anno, con l’obiettivo di creare sportelli unici che accompagnino e supportino gli investitori esteri in tutti gli adempimenti e le pratiche utili alla concreta realizzazione dell’investimento.
Un’ulteriore misura è stata prevista per sostenere le attività svolte in Italia nei settori della microelettronica, delle batterie, dell’idrogeno, del cloud e della salute. Per questo specifico obiettivo, è stato rifinanziato il fondo IPCEI con 200 milioni nel 2023 e 150 milioni nel 2024.
Nuove aliquote per Industria 4.0 e Formazione 4.0
Proseguendo, infine, le politiche attivate con Industria 4.0, è stato incrementato il credito d’imposta per i beni strumentali immateriali 4.0, portando dal 20 al 50% l’aliquota fino al 31 dicembre 2022 (al 30 giugno 2023 se è stato effettuato un pagamento in acconto pari almeno al 20% del valore dei beni).
Per rispondere alla carenza di competenze professionali adeguate ai processi di trasformazione tecnologica e digitale, infine, viene incrementata l’aliquota del credito d’imposta per la formazione 4.0, dal 50 al 70% per le piccole imprese e dal 40 al 50% per le medie imprese.
Queste due ultime misure, in particolare, consentono di agevolare gli investimenti per innovare i propri processi produttivi, con un focus specifico sulla formazione, asset strategico necessario per attivare percorsi virtuosi di crescita e mantenere la competitività dell’impresa.
L’approvazione del Decreto non si traduce, però, in risorse immediate per le imprese. Occorre, infatti, che il provvedimento completi il suo iter, col passaggio in Parlamento, e che poi vengano adottati specifici decreti attuativi per rendere operative le singole misure.
A1 Corporate 4.0, attraverso i Corporate Advisor, facilita le imprese che vogliono restare aggiornate sulle novità normative e su tempi e scadenze delle procedure necessarie per accedere alle agevolazioni previste dal Governo e le aiuta ad individuare le opportunità offerte sul panorama locale, nazionale ed europeo.