Il tessuto economico italiano è costituito per la quasi totalità da PMI, il cui lavoro è apprezzato a livello internazionale per la qualità e la creatività che contraddistingue la produzione.
Proprio per questa capillarità e per la storicità di queste imprese, che hanno alle spalle decenni di vita, secondo lo studio della Fondazione sviluppo sostenibile e CNA, il 60% delle emissioni di gas serra nel settore manifatturiero ed edilizio è generato proprio dalle PMI.
Senza un loro serio coinvolgimento gli obiettivi climatici italiani al 2030 non saranno raggiunti.
Burocrazia e investimenti frenano la sostenibilità
Lo studio di Fondazione per lo sviluppo sostenibile e CNA evidenzia che, nel complesso, le PMI consumano energia per oltre 16 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (tep), pari al totale di gas utilizzato per riscaldare le abitazioni private.
Le PMI sono consapevoli dell’importanza di diversificare le fonti energetiche. La survey condotta su oltre 1000 PMI, evidenzia che il 50% delle imprese ha effettuato interventi di miglioramento energetico negli ultimi tre anni, anche per abbattere il costo dell’energia.
Tra chi ha realizzato almeno un intervento, l’86% ha agito sull’efficienza energetica privilegiando gli interventi come illuminazione e climatizzazione, mentre il 49% ha puntato sulle fonti rinnovabili.
La maggior parte degli investimenti però, è stata coperta da risorse dell’azienda: solo il 25%, infatti, ha usato incentivi o agevolazioni per la riqualificazione energetica, a causa dell’assenza di strumenti ad hoc che fossero calibrati sulle esigenze specifiche.
Oltre a questo, c’è il freno della burocrazia, che disincentiva o addirittura ostacola l’accesso agli incentivi.
Visto l’arrivo dei fondi del PNRR, questo è forse l’aspetto più preoccupante, perché le procedure burocratiche sono difficilmente modificabili senza un intervento strutturale e generale dello Stato. La conseguenza, però, può essere molto onerosa, perché se le PMI non riescono a entrare nel solco della transizione ecologica, non si riusciranno a realizzare gli obiettivi sul clima.
Senza PMI non si può vincere la sfida del clima
A conferma delle difficoltà evidenziate dallo studio di Fondazione per lo sviluppo sostenibile e CNA, arriva anche il Piano di sensibilizzazione sull’efficienza energetica per le PMI, lanciato da Enea, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile.
Presentato il 24 maggio 2022, il Piano porterà l’agenzia in giro per l’Italia per incontrare imprese, stakeholder, associazioni di categoria e pubbliche amministrazioni con l’obiettivo di sensibilizzare e assistere le PMI per l’esecuzione di diagnosi energetiche, presso i propri siti produttivi, e per realizzare interventi di efficientamento energetico.
L’obiettivo è confrontarsi sulle barriere tecnologiche ed economiche che affrontano le PMI nell’implementazione di politiche di efficienza energetica, al fine di individuare soluzioni, strumenti, politiche utili alle imprese per superare queste barriere. Secondo l’Enea, infatti, le PMI rappresentano circa il 30% dei consumi di energia. Gli ostacoli all’efficientamento energetico sono di varia natura: problemi economico-finanziari, mancanza di competenze, scarsa conoscenza degli strumenti per realizzare audit energetici e i conseguenti interventi.
Si fa sempre più forte e urgente, dunque, l’esigenza di avviare un efficientamento strutturale delle imprese, nell’ottica della sostenibilità ambientale.
A1 Corporate 4.0 lavora da sempre al fianco di PMI e aziende con questo obiettivo, pianificando gli interventi ed aiutando ad intercettare i finanziamenti utili a sostenere gli investimenti, sgravando così le imprese dall’onere rappresentato dalle procedure di accesso agli incentivi.