Oltre 10 miliardi di euro di produzione aggiuntiva e 208.000 nuovi posti di lavoro. Questo il valore che la digitalizzazione delle Piccole e Medie Imprese in Italia potrebbe portare, secondo l’analisi fatti per Meta, la società madre di Facebook, da The European House – Ambrosetti.
Il quadro attuale rileva un netto miglioramento in termini di digitalizzazione delle PMI, soprattutto su impulso dell’anno della pandemia. Al contempo, però, sussistono ampi margini di miglioramento, visto che il Digital Index Pmi elaborato da Ambrosetti vede le Piccole e Medie Imprese italiane al 18° posto nell’Ue27 per livello di digitalizzazione e interazione digitale con i clienti.
Il gap è ancora più ampio se si guarda lo sviluppo delle competenze digitali: le PMI italiane sono al 21° posto, con i livelli più bassi di specialisti di Information Technology in Europa.
Ricavi maggiori per le PMI digitalizzate
I dati disponibili evidenziano come l’uso del digitale comporti vantaggi importanti per le PMI.
Sempre secondo lo studio di The European House – Ambrosetti, quelle che usano i canali digitali, infatti, sono riuscite a far crescere del 20% i propri ricavi, del 30% la propria clientela e del 40% il numero dei follower, trend che si è poi tradotto nella crescita del 50% delle visite presso gli store fisici.
Le ragioni? Gli strumenti digitali consentono di ottimizzare i processi produttivi, innovare i prodotti e, nel rapporto con i clienti, permettono di ampliare la propria quota di mercato, abbattendo i confini geografici.
Se ci fosse una digitalizzazione pari a quella europea, ne beneficerebbero non solo i diretti interessati, ma l’intera economia del Paese, visto che si stima un aumento di PIL pari a 10 miliardi di euro, con vantaggi anche per l’occupazione, perché si creerebbero opportunità di occupazione per oltre 200.000 persone.
Formazione e investimenti: come accelerare la digitalizzazione delle PMI
Sono due i principali ostacoli alla crescita del digital nelle Piccole e Medie Imprese.
Da una parte c’è il tema dei costi, perché digitalizzare significa non solo acquisire nuove tecnologie, ma potenzialmente rinnovare il modello stesso su cui si basa l’impresa, pianificando il potenziale sviluppo digitale ed individuando le migliori tecnologie sul mercato.
Altro ostacolo è la formazione, poiché oltre ai dispositivi digitali, è fondamentale che ci sia il personale che sappia usarli e massimizzare le loro potenzialità. Secondo l’analisi di Ambrosetti, allo stato attuale, solo il 15% delle PMI italiane è in grado di fornire formazione digitale ai propri dipendenti, contro una media Ue del 18%.
Pianificazione degli investimenti e formazione qualificata e finanziata sono due temi su cui si focalizza da sempre il lavoro di A1 Corporate 4.0. Attraverso i suoi consulenti, la società si occupa di analizzare i bisogni delle imprese, per strutturare un piano di digitalizzazione ed intercettare le opportunità di finanziamento a sostegno degli investimenti.
Inoltre, le partnership siglate con enti formativi accreditati consentono di costruire programmi di formazione per qualificare le competenze digitali del personale, beneficiando degli sgravi previsti da diversi enti (Regioni, Camere di Commercio, Ministero) per finanziare la formazione.