Una delle grandi lezioni emerse durante la pandemia di COVID è che, in un mondo globalizzato, un evento può avere ripercussioni che travalicano i confini geografici e che diventano trasversali a tutti i settori. Durante COVID prima, e nella guerra tra Russia e Ucraina dopo, molte imprese, anche PMI, si sono dovute confrontare con lo stop agli arrivi di forniture da mercati internazionali, perché la supply chain è rimasta strozzata da “ingorghi” logistici internazionali, blocchi legati a decisioni geopolitiche (il grano, ad esempio, nella guerra in Ucraina) ed a sanzioni, con costi altissimi.
La domanda che le imprese si pongono, dunque, è se sia possibile adottare un nuovo modello di supply chain.
Dal “just in time” ad un nuovo modello di catena di fornitura
Nei decenni passati, prima di COVID, il modello di gestione della supply chain era quello definito come “just in time”, ovvero un modello che prevedeva una gestione dell’inventario tale da minimizzare tutte le scorte di materie prime, semilavorati e prodotti finiti. La possibilità di rifornisi di materie prime in tempi brevi o, comunque, certi, grazie ad un sistema di logistica globale ben rodato, consentiva questo approccio, ottimizzando spazio e costi.
Nel nuovo scenario internazionale, questo modello espone a gravi rischi di Business Interruption, a causa di colli di bottiglia e congestionamento della logistica globale. Questo per aziende e PMI significa ridurre o bloccare del tutto la produzione oppure affrontare costi più alti per approvvigionarsi.
Qual è l’alternativa? Il ripensamento della supply chain passa, innanzitutto, da un nuovo modello di gestione, basato sulla pianificazione della produzione nel medio e lungo periodo e su una filiera meno globale, con la ricerca di fornitori più vicini e meno soggetti a possibilità di interruzione del commercio.
Il “reshoring” o “near shoring” si sposa anche con la ricerca di una maggiore sostenibilità, visto che il trasporto è una delle fonti di emissioni climalteranti che si sta cercando di ridurre per invertire la rotta dei cambiamenti climatici.
Ma come si può attuare questa riconversione?
Digitalizzazione nel nuovo modello della supply chain
Le tecnologie digitali sono un prezioso alleato per le aziende e le PMI che vogliono riformulare la catena di fornitura affinché sia più sostenibile e meno esposta agli eventi globali.
L’intelligenza artificiale, il machine learning, l’analisi dei Big Data permettono di avere a disposizione notevoli quantità di dati in tempo reale e analizzarli tramite algoritmi. Questa capacità consente di fare previsioni di domanda più precise e di conseguenza di pianificare meglio tutte le componenti della catena di approvvigionamento.
Il sistema digitale, infatti, può mettere a sistema tutte le componenti della catena di fornitura, intercettare in anticipo le evoluzioni della domanda e gestire con maggiore flessibilità eventuali situazioni di congestionamento, senza costringere l’azienda a riempire i magazzini.
I tempi non sono rapidi, ma un grande aiuto arriva dal PNRR, che mette a disposizione finanziamenti importanti per accompagnare le imprese nella transizione digitale.
A1 Corporate 4.0, da sempre al fianco delle imprese, è il partner qualificato ad analizzare e individuare il modello di supply chain più efficiente e ad accompagnare aziende e PMI nella sua implementazione, intercettando le opportunità che arrivano dal PNRR.