Incendi, siccità, ma anche catastrofi naturali sempre più frequenti, problemi di salute per le persone esposte alle alte temperature. L’estate 2022 è diventata lo specchio di come i cambiamenti climatici impattano sulla quotidianità delle aziende.
La continuità operativa è messa, infatti, a rischio da fattori endogeni, che l’azienda non può controllare, ma che deve gestire.
Emblematico, ad esempio, il caso delle centraline idroelettriche costrette a fermarsi per un lungo periodo a fronte della grande siccità che sta attanagliando il Nord Italia.
Di fronte ad eventi eccezionali, non bastano risposte ordinarie. Gli aiuti previsti dallo Stato in caso di emergenza sono importanti, ma non sufficienti, perché non coprono tutte le esigenze delle imprese in termini di liquidità. Inoltre, non sono automatici, ma subordinati alle risorse pubbliche disponibili ed alla volontà politica di riconoscere i danni provocati dai cambiamenti climatici e ambientali.
Coperture assicurative: soluzioni su misura, ma molte imprese sono scoperte
Rispetto agli aiuti dello Stato, la copertura assicurativa garantisce ristori economici a fronte di esigenze specifiche di un’azienda o di una PMI, che può scegliere l’ammontare del capitale assicurato e gli eventi dannosi a cui è più esposta.
Quando l’evento si verifica, la copertura assicurativa scatta in automatico, al netto dell’iter previsto dallo specifico contratto per determinare l’entità dei danni.
Secondo l’Indagine sulle imprese industriali e dei servizi condotta dalla Banca d’Italia, nonostante l’Italia presenti un rischio ambientale elevato, il 68% delle imprese ha stipulato una polizza contro i rischi naturali e climatici. Ciò significa che un’impresa su 3 è scoperta.
La propensione all’assicurazione è maggiore nelle aziende grandi, con oltre 200 addetti, che tendono più frequentemente a sottoscrivere polizze.
In generale, più del 14% delle PMI nel campione sceglie di non assicurarsi anche quando uno specifico rischio è considerato rilevante per l’attività imprenditoriale, perché c’è una percezione di premi elevati rispetto al danno atteso (56%) o non c’è conoscenza di soluzioni assicurative (38%); solo il 2% segnala di non essere in grado di sostenere la spesa per il premio.
Orientarsi tra le assicurazioni: il ruolo della consulenza
Senza copertura assicurativa, l’impresa si può trovare ad affrontare danni che possono compromettere il suo sviluppo: non solo quelli diretti provocati dall’evento dannoso, ma anche i costi di bonifica e ripristino, i risarcimenti a terzi, oltre che il mancato guadagnato per l’interruzione dell’attività.
Come emerge dall’indagine della Banca d’Italia, la decisione di non avere una copertura assicurativa è frutto di mancata informazione e scarsa consapevolezza dell’impatto che i danni di un evento legato al clima e all’ambiente può portare all’azienda.
Per questo, vista la frequenza e l’intensità degli eventi climatici, la consulenza assicurativa sta acquisendo un valore fondamentale, che può fare la differenza per garantire la continuità lavorativa di un’impresa e, di conseguenza, generare liquidità.
Un ruolo che da sempre A1 Corporate 4.0 svolge grazie ai suoi Corporate Advisor, che sono al fianco delle imprese, grandi aziende e PMI, per individuare le soluzioni più idonee a garantire la continuità e a migliorare la competitività.